Regia di John Landis vedi scheda film
Rivedendo in questi giorni, per l’ennesima volta, The Blues Brothers, mi sono sorpreso a ridere nei momenti in cui già tante volte avevo riso ed a commuovermi durante altre scene del film (l’uscita dal carcere di Jake, l’esecuzione di Think, con Aretha Franklin e Matt “Guitar” Murphy, solo per fare un paio di esempi). Una reazione del genere, secondo me, può essere ottenuta soltanto da un film realizzato da una serie di persone in stato di grazia, dagli sceneggiatori al regista, dagli attori ai musicisti, dal fotografo agli scenografi, fino a tutti gli altri tecnici che hanno collaborato alla realizzazione e che, non a caso, sono mostrati in gruppo alla fine del film. The Blues Brothers è un capolavoro che piace anche a chi (come me) generalmente non apprezza i film musicali e gli inseguimenti automobilistici fracassoni (la sequenza ambientata nel centro commerciale è addirittura parossistica). Chi contribuisce a dare vita ad un film come questo ha la fortuna di essere reso immortale anche quando se ne va troppo presto, come John Belushi (qui immenso).
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