Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Una delle regole non scritte ma importanti della comicità è il rapporto comico-spalla nel quale bisogna giocare sulle differenze tra i due. Se è vero che Benigni può liberare la sua verve di bambino discolo e fare il diavolo a quattro, è altrettanto vero che la sua spalla d'eccezione ne fà il giusto controcanto nella sua fissità, eloquente nell'impossibilità di contenerne l'immonda esuberanza e l'ignoranza delle cose terrene. Quello che manca nei successivi lavori del toscano è appunto una spalla che completi e in qualche modo limiti , in modo da non lasciare solo sulle spalle del regista-attore e della moglie il film. Comunque il diavolo-giuditta è perfetto per il nostro, le sue ignoranze , sessuali e non, costruiscono momenti comici buoni, come la scena del treno o la scena dei baci agli sconosciuti, senza essere dissacrante ( un limite forse ) perchè innocente, come la scoperta della patonza così pura da contrastare con l'attualità fatta di vecchi volgari e assatanati.
voto 6,5/7
ruolo perfetto per lui.
le sue reazioni al diavolaccio sono ormai mitiche come il tango con la braschi.
quando si mantiene sul grottesco-surreale va bene
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