Regia di Emilio P. Miraglia vedi scheda film
Un vero peccato. Perchè se stiamo alle atmosfere, alla fotografia, alla colonna sonora, alla bellezza e all'adeguatezza delle attrici ai ruoli, il film sarebbe veramente bellissimo. Il tratto goticheggiante è ai massimi e fa benissimo da contraltare al candore delle protagoniste, tutte acconciate e truccate in maniera egregia (con un uso dei colori forti molto azzeccato). Il punto di forza è inevitabilmente questo: Bouchet, Malfatti, Sybil Danning e Pia Giancaro formano infatti un quartetto di donne incredibilmente affascinanti, tutte egualmente misteriose ed altrettanto ambigue. Il film è dominato dalle figure femminili ed i pochi uomini presenti (Ugo Pagliai ed il commissario) rimangono sempre ai margini, sebbene potenzialmente invischiati nei delitti.
Cosa non funziona allora, a parer mio? Una regia ed una sceneggiatura scadente. La storia è zeppa di banalità e lo svolgersi del racconto è imperniato da scene al limite del ridicolo: l'incipit iniziale con la bambina in preda al raptus della dama rossa, la risatina demenziale che accompagna ogni delitto, il pugnale in plastica comprato all'autogrill, le scene nella cripta con i pipistrelli che svolazzano ed altro ancora. Se la tensione è presente in molte scene (sulla scorta di Argento nella classica telefonata in ore notturne, con l'interlocutore che si affaccia alla finestra per scorgere eventuali presenze) questa viene completamente annichilita dallo sviluppo successivo: i delitti cercano di compensare con lo splatterume quello che falliscono con la suspense.
Si salva solo la confezione dunque. Un'architettura cupa, polverosa, in cui si incardinano scene di carnalità viva come il nudo di Sybil Danning (veramente epocale). Non mancano poi momenti invece di vero disagio, che avrebbero potuti essere molti di più e sostituirsi alla solita gettata di salsa di pomodoro, rendendo il film molto più nero ed efficace (in questo senso il bagno finale della Bouchet in una cloaca di acqua putrida e ratti non è uno scherzo). Miraglia non ha fatto molti film e probabilmente non era perfettamente tagliato (qua anche co-sceneggiatore). Un'occasione sprecata, poteva essere un gran classico dell'horror gotico italiano. Voto quattro e mezzo.
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