Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Se qualcuno al giorno d'oggi ha tramutato questo filmaccio in un cult della controcultura cinematografara trash vuol dire che al giorno d'oggi non sanno più nemmeno insacchettare la monnezza cinepanettonara che ci propongono ad ogni santo Natale.
Castellano e Pipolo cercano di raschiare il fondo del barile come possono attingendo alla comicità fintoterrona del bauscia Abatantuono,a un lessico rubato di peso dalle gesta brancaloeniche monicelliane e a cospicui richiami al filone ubaldesco che di Boccaccio non ha proprio nulla.
Ne esce fuori un calderone di sketches mal assortiti che col passare degli anni sono diventati quasi surreali. Uno guarda 'sto film e si chiede" ma davvero hanno filmato questa roba?". Eppure come disse il saggio al peggio non c'è mai fine e oggi qualcuno guarda con canagliesca nostalgia a questo guazzabuglio che cerca di mescolare senza successo comicità cabarettistica e avanspettacolo utilizzando anche maestranze attoriali di un certo rilievo.
E guardare così al passato significa che il presente è ancora peggio.
In fondo l'unica cosa che fa ridere è la scena in cui Attila fa lo spelling del proprio nome al centurione romano che non vuole farlo passare sul ponte.
" Ma che siete una tribù di handicappati?
A come Atrocità
Doppia T come Terremoto e Tragedia
I come Iradiddio
L come Lago di sangue e
A come Adesso vengo e ti sfascio le corna"
Fu un fallimento al box office e decretò praticamente la fine della comicità terrungella di Abatantuono.
Rita Rusic compare a poppe ignude per lungo tempo e questo pare che causò l'artificiosa sparizione di questo film che ebbe anche rarissimi passaggi televisivi.
Da ricordare che nel un ruolo praticamente muto di Giallo compare Franz Di Cioccio che assieme a Franco Mussida(entrambi della PFM) firma la colonna sonora del film avvalendosi anche della voce di Alberto Fortis e di Rossana Casale nel Canto della Sirena.
Altro evento luttuoso per il cinema italiano da ascrivere a questo film è la presenza in veste di assistente alla regia di tale Federico Moccia,oggi evacuatore seriale di pillole di filosofia amorosa al Guttalax.
quasi improprio parlare di regia
tremendo
come attrice lascia molto a desiderare
limita i danni
lui sembra che sta al cabaret e non al cinema.
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Condivido pienamente la tua analisi del film, però per quanto mi riguarda non resisto al lessico di Abatantuono: "Al contadino non far sappere quant'è bono l'equino con le pere!!, "Potremm' mangià, chessò, pollo, potremm' mangià dain', cevv', alce, shtruzzo, 'alceshtruzzo". Vero e puro trash, d'accordo: ma oggi non c'è più nemmeno questo, in quanto superato dalla triste realtà odierna. @maso: E allora sbabbari imo a Romaa!
è vero comunque che il vecchio Abatantuono non mi dispiaceva troppo ma qui è lasciato allo stato brado più del lecito:ti segnalo che per radio stanno passando delle pubblicità di veicoli commerciali in cui lui rispolvera questo lessico(Non sto nella pelle di daino! e altre amenità) che fanno veramente ridere....Un saluto!
Poi mi spieghi il motivo per cii hai deciso di vederlo...Comunque ricordo di averlo visto addirittura al cinema!
Sì, anch'io non sono mai riuscito a spiegarmi la fama (oddio, fama fino a un certo punto) decisamente immeritata di questo film.. Ciao!
pare che a un certo punto quando la Rusic divenne la signora Cecchi Gori questo film sparì dalla circolazione e forse questo ha contribuito a dargli una sorta di aura mitologica assolutamente immeritata,poi finito il matrimonio misteriosamente ritornò in videoteca.Fabrizio,l'avevo già visto il film,qualche tempo fa lo hanno passato su Iris e l'ho rinfrescato.Credo che ogni tanto per poter riconoscere meglio il bello devi provare sulla tua pelle anche il brutto,anche il bruttissimo come questo film.Se uno vedesse solo bei film secondo me poi non riconoscerebbe più i film buoni da quelli meno buoni...Un saluto!
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