Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Uno dei film peggiori della storia del cinema italiano, tramutato in cult proprio per questa sua totale mancanza di buon gusto. Castellano e Pipolo ce la mettono tutta, ma certo non potrebbero arrivare a trivellare così a fondo negli abissi della volgarità senza il cospicuo aiuto di Abatantuono, qui in una delle sue ultime esibizioni cinematografiche del personaggio plagiato allo sfortunato Giorgio Porcaro. Una pellicola poverissima di mezzi, ma ricchissima di demenza: battute di infimo livello, situazioni continuamente prevedibili, parolacce e oscenità come piovessero, un gradino sotto, nella scala culturale, ad una doccia di letame. Fra i barbari capitanati dal terrunciello figurano Francesco Salvi (che ben si adatta alla comicità infantile qui nell'aria), Vincenzo Crocitti, Mauro Di Francesco e Franz Di Cioccio (che rovina spaventosamente dalla PFM ad Abatantuono: del resto quello stesso anno parteciperà pure a Vado a vivere da solo con Calà, a testimonianza di una propensione innata verso il trash). Particina pure per Tiberio Murgia, immeritevole di venire ricordato per questa prestazione. La bellona di turno è l'esordiente Rita Rusic, immediatamente prelevata dal produttore Cecchi Gori per farne la propria consorte.
La calata dei barbari: dalla Lombardia verso Roma, per vendicare un torto subito, arriva una sgangherata combriccola di ritardati, ignorantoni e violenti.
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