Regia di John Boorman vedi scheda film
Zardoz è un film affascinante, almeno per il sottoscitto. Sebbene proponga uno stile scenografico legato molto agli anni settanta, non ha perso quello smalto che lo contraddistingue. Il film di Boorman descrive un mondo diviso tra lo squallore infernale di miseria, violenza e morte e un finto paradiso di eletti che si sono eletti dei, custodi di un passato, ma senza più un futuro, isolandosi da tutto il resto, creando una società apparentemente perfetta quanto sterile.
E' da quest'ultima, dall'inconscio desiderio di riacquistare un'umanità perduta che si innesca la storia di Zed, penetrato in quest'oasi di supposta perfezione, solo per accorgersi dell'inganno perpetrato da un falso dio e da altrettanti falsi dei, parassiti del suo stesso mondo di appartenenza.
Zardoz è il fallimento umano di diventare qualcosa di superiore, rinunciando tuttavia alla propria caratteristica principale: alla sua stessa umanità, negando la morte fisica anche a coloro che la bramano, scegliendo l'apatia e la noia alla liberazione della morte. Sono tematiche universali che impediscono, malgrado tutto, l'invecchiamento precoce di questo film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta