Regia di John Boorman vedi scheda film
« Il fucile è il bene, il pene è il male. Il pene spara il seme, e procura nuova vita per avvelenare la Terra con la piaga dell'uomo, com'era un tempo, ma il fucile spara morte, e purifica la Terra dalla sozzura dei Bruti. Avanti... uccidete! »
La reazione davanti a un film come Zardoz potrebbe essere quella di abbandonare la visione dopo i primi 10 minuti. Non è infatti un film facile. Tutt'altro. La trama ( meglio non svelare nulla) appare da subito confusa, tortuosa e sfilacciata nell'intreccio narrativo, popolata di personaggi (a partire da uno Sean Connery con mutandona rossa e treccia posticcia versione Lara Croft) surreali e grotteschi. Zardoz come il magnifico Quintet di Robert Altman sembra veramente una mission impossible sul piano della comprensione.
Se si supera però quel primo momento di spaesamento, riuscendo anche ad andare oltre alcuni schemi narrativi
che qui (grazie ad un geniale John Boorman) vengono volutamente rotti, si avrà la possibilità e il piacere di scoprire un film diverso e interessante, con una sua logica interna, ricchissimo di metafore e suggestioni visive e dal fascino tutto suo. Una sorta di favola apocalittica volutamente kitsch, che offre anche molti spunti di riflessione su religione, sessualità, vita e morte. Vale la pena recuperarlo anche per scoprire quella cultura, estetica e concettuale, di certo cinema degli anni '70 di cui Zardoz ne è un po' il simbolo.
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