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Zardoz

Regia di John Boorman vedi scheda film

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La recensione su Zardoz

di maso
8 stelle

 

Criticato, odiato, sbeffeggiato, decapitato, rimontato, rispiegato, azZARDato, strOZzato, reintrodotto, riveduto, completato, incompreso, apprezzato, divertito; il film di cui Boorman è padre al 1000 x 1000 avendo firmato il soggetto, lo script, il casting, la regia e il montaggio è un concentrato di tutti questi termini e forse anche di più visto che non è assolutamente equiparabile a un qualsiasi altro prodotto del genere fantasy prima e dopo di esso, figlio legittimo della cultura anni settanta è dominato dalla presenza carismatica di Sean Connery nella parte dello sterminatore Zed senza del quale sarebbe caduto nel dimenticatoio in cui sono confinati tutti quei film di fantascienza alternativa come “Quintet” di Altman e “Stalker” di Tarkowskji con i quali condivide si gli scenari apocalittici ma dai quali si distacca anche per ricchezza cromatica e vivacità.        

L’epoca di Zardoz è un mondo futuro nel quale pochi giovani eletti vivono dentro una cupola di cristallo impenetrabile denominata Vortex, assaporando la vita eterna, al sicuro dalla morte e a parte del segreto della ricreazione autogena, a contatto con una natura incontaminata e florida, controllati dal Tabernacolo: una entità misteriosa che potremmo identificare come un computer centrale contenitore della conoscenza in collegamento con i suoi discepoli attraverso onde cerebrali che permettono di esercitare la democrazia con votazioni coordinate ed istantanee riguardanti tutto il possibile argomentabile, dalla carta da parati alla condanna dei ribelli, dalla rivoluzione sessuale alla chiusura di ogni discussione con ipnotici sigilli e sopra ogni cosa c’è Zardoz con la sua dottrina.                                                                 

E Zed? Mmmm… potrei affermare di aver già detto troppo, perché affrontare una recensione su "Zardoz" costringe inevitabilmente a dire troppo su una trama che lascia perplessi per la sua tortuosità suscitando le pernacchie più altisonanti degli spettatori che giungono al caos finale attraverso il caos strutturale come sballottati in un uragano kitch visivamente stancante, non a caso nella traccia commento registrata da Boorman nel DVD egli stesso dichiara inequivocabilmente che l’introduzione al film con protagonista il misterioso Arthur Frayn è stata reinserita dopo le proiezioni cinematografiche perché il pubblico non capiva il film, con scarsi risultati e consensi direi proprio perché la chiave di tutta la storia è la figura di Zed in cui ci immedesimiamo, chi era prima di entrare nel Vortex e quali siano le intenzioni che condizionano le sue azioni ci vengono svelate sempre nel momento più inaspettato ma è altrettanto vero che le sue gesta all’esterno del Vortex sono le più suggestive dell’intero film, solo la scena iniziale con l’astronave di pietra che vomita fucili e detta il suo credo antiriproduttivo nei confronti degli schiavi bruti rimane impressa per simbolismo e suggestione ma anche le azioni violente degli sterminatori sullo schermo mnemonico all’interno del Vortex ci danno una indicazione su quello che Zed incarna per non parlare della bellissima sequenza esplicativa sulla perduta sessualità esposta con rozzezza visiva da Boorman ma cesellata dalla penetrante espressività della Rampling e soprattutto di Connery che in questo film è un Dio in terra per quanto è bravo a rendere il suo personaggio poliedrico e fisicamente imponente, l’analisi mentale della sacerdotessa May e la sequenza rivelatrice sul significato di Zardoz sono solo alcune delle finezze attoriali espresse da Connery in questa sua performance impagabile.

Mi sembra scontato dire che per me “Zardoz” è un film consapevolmente complicato e di difficile digestione ma indubbiamente affascinante in cui Boorman ha riversato tutta la sua fantasia e la capacità di creare una storia lontana nel futuro in cui coesistono elementi antichissimi come le statue nel museo della memoria o i copricapo degli immortali,

altri attuali come le bambole o le armi da fuoco ma anche i dipinti e il telaio, altri ancora più futuribili come l’astronave e i monitors miscelati insieme in una favola apocalittica che proprio da una favola trae il suo spunto più significativo.

La colonna sonora

Ipnotico uso della settima sinfonia di Beethoven vera e propria colonna sonora portane del film.

John Boorman

Boorman è un genio e anche se questa volta ha messo troppa carne al fuoco il suo talento visionario è sfociato in una serie di immagini comunque memorabili.

Sean Connery

Una delle sue interpretazioni più complete in cui sa mostrare autorità ed ingenuità nello stesso personaggio, fascino da vendere, fisico imponente anche in abiti stravaganti e coda di cavallo come capigliatura.

Charlotte Rampling

Carattere scontroso e sfuggente espresso ottimamente attraverso occhi penetranti.

Sara Kestelman

May è un personaggio che subisce la presenza di Zed prima di ogni altro nel Vortex e Sara Kastelman è ottima nell'esprimere l'attrazione per la virilità di Connery con il quale evidenzia una indubbia sintonia.

John Alderton

Il ruolo di Amico gli è indubbiamente riuscito.

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