Regia di Georges Lautner vedi scheda film
Belmondo e Lautner si esaltano, puntano in alto, ma il tocco è quello sbagliato e le cantonate sono molte.
È una pellicola poco riuscita, purtroppo. Probabilmente lo è perché Lautner e Belmondo hanno voluto strafare, abbandonando il tono di lieve ironia, o semiserio, che si confà a questo genere, a favore di una comicità grossolana e maldestra, che sconfina nel cattivo gusto e rendono il film una farsa alquanto cinica e poco divertente. Anche perché non si può mischiare un tono comico con i continui morti ammazzati che costellano la pellicola. L'intreccio, inoltre, è sovraccarico e un po' confuso.
Belmondo recita sopra le righe e spesso fa il pagliaccio, cosa che mi ha fatto rimpiangere la sua recitazione sul filo dell'ironia di altri film, come “L'uomo di Rio”. E Lautner, evidentemente, ha tentato di prendere il jackpot, aumentando tutti gli indicatori, e le notevoli dimensioni produttive devono aver contribuito ad esaltarlo.
Le acrobazie di Belmondo, comunque, si guardano sempre volentieri, come pure la stessa Venezia, peraltro ben fotografata, in un'epoca dove il turismo non era ancora quello di massa che avremmo conosciuto di là a qualche anno.
A dispetto del livello non eccelso dell'opera, adesso è tornata in circolazione digitalizzata a dovere, con ottimi risultati, e il formato originale 1:66.
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