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Tentacoli

Regia di Oliver Hellman (Ovidio G. Assonitis) vedi scheda film

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La recensione su Tentacoli

di alan smithee
5 stelle

ASSONITIS

Sulle assolate coste californiane, la sparizione di un neonato e di un pescatore innesca una ricerca affanosa delle forze dell'ordine, al termine della quale i due sventurati vengono ritrovati con i miseri resti orrendamente straziati.

Un esperto oceanografo ipotizza la presenza sui fondali di un enorme essere vivente dalle forme tentacolari, che sarebbe cresciuto a dismisura a seguito di particolari lavori eseguiti sui fondali marini da uno spregiudicato imprenditore.

Le morti misteriose si susseguono e coinvolgono anche da vicino l'oceanografo, la cui giovane moglie viene letteralmente inghiottita e fagocitata assieme alla sua imbarcazione dall'essere mostruoso, che, pur sempre di sfuggita, comincia a farsi notare per le forme che ricordano una enorme piovra.

Pure i segni delle ventose sui corpi straziati ritrovati, fanno escludere possa trattarsi dell'azione di uno squalo, ma ciò non basta per far si che le autorità del luogo turistico più noto nei dintorni, Solana Beach, si decida ad annullare la celebre regata annuale dei giovani.

Si scoprirà che la piovra gigante è impazzita a causa di ultrasuoni provenienti dai lavori di costruzione del tunnel sottomarino, e, nonostante la regata riesca a essere sospesa per l'attacco del mostro, saranno due orche ammaestrate dal tenace oceanografo, coloro che finiranno per debellare quella minaccia mostruosa.

Per la regia di un tenace ed estroso uomo di cinema come è stato tra i Settanta e gli Ottanta il greco di origine egiziana Ovidio Gabriele Assonitis, che qui si firma come Oliver Hellmann per sembrare più fico, Tentacoli è un nuovo tentativo - di fatto impacchettato in modo impeccabile - di produrre Blockbuster all'americana nostrani, farciti di star di prima grandezza rigorosamente made in Usa: John Houston, nome ricorrente nelle produzioni di Assonitis, come pure Shelley Winters, Henry Fonda, Bo Hopkins , più la nostra Delia Boccardo, impegnati in un filmaccio di puro ritorno economico che, pur nella sua grevità e nel ricopiare i grandi classici del disaster/monster movie da Lo squalo a L'Orca assassina/Tintorera, tutti divenuti simboli di quegli anni, si lascia guardare con un certo effetto di trucida nostalgia.

Certo le immagini relative al mostro appaiono oggi davvero risibili, se non proprio insostenibili, e la lotta finale tra le orche e la piovra è davvero ridicola, degna di certe soluzioni di ripresa alla Ed Wood.   

 

 
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