Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Sinceramente non riesco proprio a capire perchè lo staff di film tv si accanisca così spesso contro Alberto Sordi lanciando giudizi che meriterebbero una maggior ponderazione, visto che stiamo parlando di un attore straordinario che ha dato un contributo fondamentale al nostro cinema rinnovando anche l' arte della recitazione e seminando molti imitatori. Non dimentichiamo poi il grande successo e il grande affetto che Sordi ha saputo riscuotere dagli anni cinquanta fino ad oggi, ai tanti, tantissimi ammiratori che lo amano e lo stimano tuttora. Un artista di questa fatta dovrebbe essere un vanto per noi italiani. Ditemi dove sono oggi interpreti che possono anche solo lontanamente essergli paragonat: un attore così ce lo dovrebbe invidiare il mondo intero.
Detto questo trovo che "Nestore l' ultima corsa", sia uno dei migliori film diretti da Sordi, lui stesso lo considerava un po' il suo testamento artistico. In effetti la pellicoloa è certamente l' ultimo lavoro importante dell' attore: si intuisce vedendo il film come Sordi ci abbia messo tutto se stesso. Ed è un film amaro, fortemente malinconico, in cui Sordi rinuncia alla risata facile e riempie il film di personaggi terribili, dove solo gli emarginati: un vecchio vetturino, l' affezionato nipotino, un anziano cavallo destinato al mattatoio, un spogliarellista di terz' ordine, sembrano provare ancora sentimenti e possedere un' anima. Un film che dice sinceramente qualcosa sulla vecchiaia, sulla solitudine, sul tempo che passa, sull' emarginzaione...Sulla vita insomma. E' vero, il film ha qualche momento lento, Sordi è certamente sempre stato un grande attore piuttosto che un grande regista, ma il film lascia il segno, commuove, fa riflettere, centra il bersagio e dice qualcosa di universale, dimostrando per l' ennesima volta come Albertone fosse sempre attento alla realtà che lo circondava e ai suoi cambiamenti.
Come sempre bella la musica di Piero Piccioni, intonana al passo mesto e malinconico del film
Bravo ed espressivo. Scelta azzeccata di Sordi.
Grande caratterizzazione per questo formidabile attore di teatro, cui il cinema ha dato poche occasioni.
Bel ruolo, ma si sente che non è un' attrice. Sordi la scelse per il timbro di voce che ricorda la Vitti
Grande! Offre un' interpretazione contenuta, interiore, piena di malinconia e di amarezza, rinuncia ai "Sordismi" per regalare una recitazione crepuscolare e sottotono, dove da prova di un' arte recitativa traordinaria maturata in tanti anni di lavoro duro e appassionato. La si può considerare l' ultima sua grande prova.
Una delle sue migliori, bellissimo il finale chapleeniano.
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