Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Un tecnico del suono che lavora in film di serie C registra involontariamente l'audio di un omicidio che, riguardando un papabile presidente scomodo, viene insabbiato come incidente. C'è il fantasma dei Kennedy che aleggia sopra Blow Out e tanto cinema anni '70 (I tre giorni del Condor, La conversazione, ecc.), naturalmente sempre filtrato dall'Hitchcock de La finestra sul cortile, L'uomo che sapeva troppo e affini. L'elemento sensoriale a cui prestare attenzione è quello uditivo, ma questo è uno di quei casi in cui a De Palma sembra interessare particolarmente la componente narrativa: un uomo dal passato tormentato, solo a conoscere la verità mentre gli altri o vengono comprati o spariscono, che tenta in tutti i modi di farla emergere scontrandosi con un muro di gomma invalicabile che gli preclude ogni possibilità. Particolarmente inquietante il personaggio di John Lithgow, che arriva addirittura ad inscenare le gesta di un serial killer per non far insospettire nessuno con la sparizione della testimone scomoda. E alla fine della fiera, nell'agghiacciante conclusione, la vittoria sarà dei potenti: prove distrutte e il grido della ragazza uccisa eternato nell'horror per ragazzini, nell'inconsapevolezza generale. Ci sono forse un paio di ingenuità di scrittura sul finale ma, come spesso succede con De Palma, il racconto riesce ad avere una fluidità ed un montare della tensione eccellenti.
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