Regia di Philip Kaufman vedi scheda film
Il colosso nipponico Nakatomo celebra nel suo grattacielo di Los Angeles con una festa per autorità e VIP la faticosa acquisizione della Microcom, azienda di componentistica che lavora con la Difesa degli Stati Uniti. Nel corso del party tuttavia viene assassinata una giovane donna. A indagare vengono inviati un poliziotto afroamericano e un ex-agente, grande esperto della cultura giapponese...
Tratto dal romanzo di Michael Crichton dell'anno precedente, il film parla di un'epoca che oggi sembra remota (anche se in realtà oggi è solo cambiato lo spauracchio) in cui venivano espresse preoccupazioni, talora fobiche, nei confronti dell'arrembaggio del capitalismo giapponese verso i gioielli dell'industria americana.
Il film ha un ritmo apparentemente lento, ma esprime anche accelerazioni improvvise che lo rendono un misto di noir e poliziesco molto interessante. I suoi punti di forza sono la presenza carismatica di Sean Connery e l'esplorazione di usanze e tradiizioni del mondo orientale, ai più sconosciute.
Il film piacque poco alla sua uscita, anche per le accuse di razzismo fatte dalla comunità asiatica-americana nei confronti dell'opera.
E tuttavia è l'ennesima riproposizione di una società trasversalmente "amorale", in cui l'unico totem è il profitto a cui la cultura occidentale ambisce tramite il lavoro individuale laddove quella orientale risponde con il lavoro di squadra.
Anche la questione "razzismo" è giocata mostrando un razzismo non a senso unico, come si evince dalle sequenze nel ghetto nero.
In sintesi, Kauffmann realizza un prodotto di genere ben fatto,che merita la visione anche se il finale non è proprio imprevedibile
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