Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Il vuoto acquatico dentro cui fluttuano i personaggi di Antonioni si riempie, questa volta, di ambiguità ed incertezza. Il silenzio è pieno dell'attesa che un'allusione si espliciti, un'incomprensione esploda o un timore si materializzi. Gli eventi sfuggono, le decisioni slittano, ed i discorsi, anziché chiarificare, allontanano i significati, restituendo le idee al limbo del non detto. Le parole sono usate come respingenti, tra individui gelosi del loro spazio intimo, e ben determinati a negare agli altri l'accesso alla propria verità. Le coppie di amanti ed amici appaiono distanti: il barlume di intesa che le unisce è solo il fugace ammiccamento che scatta tra due anime che si scoprono, vicendevolmente, custodi di segreti inesprimibili. Il film è pervaso dallo spettro di una complicità in potenza, che non può uscire dai circuiti interiori senza autocontraddirsi, e dar luogo a un tradimento. Emblematica è l'ambientazione in una Sicilia chiusa in se stessa, fatta di isolotti e paesini, forse più autarchica che omertosa, perché la sua impenetrabilità appare connaturata e non dettata da un disegno razionale. "L'avventura" è uno sfioramento fatale in quanto inevitabile, però senza brivido; infatti la volontà e la coscienza restano arroccate nelle retrovie, limitandosi a proiettare, nel deserto circostante, solo la sorda, ancestrale eco della paura e del dolore.
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