Regia di Lewis Gilbert vedi scheda film
Bond è richiamato d’urgenza dall’Austria, per andare a scoprire dove sia finito un sommergibile inglese, misteriosamente volatilizzatosi. Le tracce lo porteranno prima in Egitto e poi in Sardegna, accompagnato dalla collega russa Amasova, dove scoverà i piani del miliardario scandinavo Stromberg, megalomane che intende conquistare il mondo a partire dall’egemonia degli Oceani. Stromberg è protetto dal mostruoso scagnozzo Squalo, che si segnala per una temibile dentatura di ferro.
I film di Bond firmati da Gilbert sembrano fatti con lo stampino. Il mix di ironia, suspense, azione ed erotismo sembrano miscelati sempre alla stessa maniera. Le variazioni sul tema (l’agente russo XXX che accompagna Bond, per esempio) non cambia la sostanza di tale commistione. Per la verità il film si segnala per un eccesso d’ironia stucchevole, che ritorna nella maggior parte delle frasi del protagonista. Il ruolo della Bond-girl è affidato ad una carismatica Barbara Bach, che ha un ruolo fondamentale per gli esiti della storia. Variegate le musiche (si va da Bach alla dance, da Mozart al pop, addirittura si cita il tema di “Lawrence d’Arabia”); ridicoli i costumi degli uomini di Stromberg (tutine rosse con basco nero e cintura dorata), mentre gli interni del suo quartier generale sanno di dejà vu. Da segnalare l’equipaggiamento che Q progetta per Bond: gadget ingegnosissimi come l’orologio-fax, la racchetta da sci-fucile, lo zaino-paracadute, l’auto-sommergibile; ma la differenza sostanziale sta nel fatto che stavolta non ci viene mostrato Q che li spiega a Bond, bensì lo spettatore li apprezza direttamente nel momento in cui 007 li utilizza (con un effetto ancor più spettacolare per la visione).
Stavolta Broccoli rimane orfano di Saltzman, che lo lascia da solo a produrre uno 007 sottotono (il cui culmine è la risoluzione di un conflitto complicatissimo attraverso il ricorso ad una specie di battaglia navale!).
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