Regia di Joel Coen vedi scheda film
E' un lavoro quasi atipico nella filmografia dei Coen Bros.,anche se si collega in modo netto agli altri titoli dei due:se da un lato si accosta a un progetto come "Cotton Club" di Coppola,per la messa in scena "riproducente" montaggio,tempi narrativi e modo di recitare come nella Hollywood anteguerra,ci sono situazioni grottesche e un'ironia macabra anche nelle scene più brutali.Epopea gangsteristica irlandese come il recente "Era mio padre",ma con uno stile più personale e differentemente ricercato,"Miller's Crossing"(è il punto nel bosco dove le gangs portano i traditori per le esecuzioni) è un buon film per cui forse si è un pò esagerato chiamandolo capolavoro.Splendida la sequenza in cui il boss tradito (Albert Finney) prende a pugni tra gli sgherri il suo braccio destro (il protagonista Gabriel Byrne),azzeccate le scene di regolamenti di conti,dove l'estro a tratti sanguinario dei Coen ha campo libero:si percepisce,però,un'ombra di calligrafismo sottopelle,e la fissità recitativa di Gabriel byrne,che prende botte dall'inizio alla fine della storia,non è del tutto funzionale al film.Un'opera interessante,ma i migliori Coen restano quelli de "Il grande Lebowski".
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