Regia di Chuck Russell vedi scheda film
Quattro anni dopo il capolavoro La Cosa di John Carpenter, remake da La cosa da un altro mondo di Christian Nyby (e Howard Hawks) datato 1951, e due dopo un altro capolavoro come La Mosca di David Cronenberg da L’esperimento del Dottor K (1958) di Kurt Neumann, nel 1988, a trent’anni esatti dall’uscita dell’originale, si tenta di aggiornare e/o attualizzare un altro classico horror d’essai come Fluido mortale, meglio conosciuto con il nome originale di The Blob, un B-Movie ad opera del Carneade Irvin S. Yeaworth Jr. e che vedeva al suo primo ruolo da protagonista (debuttò nel mondo del cinema nel 1956 con un piccolo ruolo in Lassù qualcuno mi ama di Robert Wise) un giovanissimo, e ancora sconosciuto, Steve(n) McQueen, film diventato poi oggetto di culto ben al di là dei suoi effetti meriti cinematografici.
Di The Blob era già stato realizzato un sequel/remake nel 1972 dal titolo Beware! The Blob, unica regia di Larry Hagman, attore noto al grande pubblico soprattutto per aver interpretato J.R. Ewing nel serial TV di grande successo Dallas.
Il film di Irvin S. Yeaworth Jr. non era esattamente ineccepibile, anzi, ma questo non gli impedì di diventare un classico della fantascienza e allo stesso produttore di allora, Jack H. Harris, venne l’idea di realizzarne un remake celebrativo per i trent’anni dall’uscita.
A capo del progetto vengono chiamati Chuck Russell & Frank Darabont, autori insieme anche della sceneggiatura, che riescono a ottenerne i finanziamenti solo dopo aver realizzato insieme Nightmare 3 - I guerrieri del sogno, uno dei film più amati e di maggior successo della saga di Freddy Krueger.
Ma soprattutto il nuovo The Blob è un esempio di come si dovrebbero realizzare i remake, riusciti o meno che siano, ovvero tenendo conto del film originale ma senza idealizzarlo troppo, con rispetto per il materiale originale ma, in questo caso, anche con una vena smaccatamente punk se non addirittura anarchica.
Il soggetto ben si presta alla fantascienza tanto in voga negli anni ’50 ma non tratta il materiale originale come imprescindibile, anzi lo rimodella a suo piacimento e, soprattutto, lo (ri)adatta alle atmosfere del tempo.
Negli anni’80 nessuno si fidava davvero più del governo e infatti la minaccia, da origine aliena e da metafora, quindi, della minaccia di invasione straniera, soprattutto comunista, diventa invece figlia delle teorie reazionarie complottiste e, non so però quanto intenzionalmente, della paura del contagio dell’AIDS che in quegli anni scuote il mondo, riuscendo però nell’intento di ricalcare comunque quello spirito da drive-in movie che caratterizzava l’opera di Yeaworth Jr.
A sua volta, il film sembra ambientato quasi negli anni’50 come l’originale, con la cittadina protagonista di Arborville che ne sembra una versione (quasi) idealizzata, come fanno spesso gli autori americani con quel particolare decennio, ma trasportata con forza negli anni ’80 e quindi contagiata dalle sue ipocrisie, come una città sospesa nel tempo e con personaggi, abitudini e collocazione in un generico non tempo, ben raffigurata nell’incipit del film con una lunga carrellata su un paese privo di abitanti in quanto sono tutti allo stadio a tifare per la squadra locale di Football (ovviamente) Americano (e provocando la sensazione di essere arrivati tardi e che il blob abbia già inglobato tutti gli abitanti) per poi sembrare procedere come l’originale del’58 e poi spiazzare il pubblico uccidendo, anche con una certa crudeltà, quello che sembrava esserne il protagonista e continuando a ribaltarne ogni aspettativa fino al momento in cui interviene il governo e, a questo punto, diventa un’altra pellicola per una specie di incrocio con La città verrà distrutta all’alba di George A. Romero, ereditandone anche le inventive sociopolitiche.
Non siamo però di fronte a un remake low budget, Blob – Il fluido che uccide è costato la bellezza, per l’epoca, di diciannove milioni di dollari, mai recuperati ai botteghini dell’epoca considerando anche che la nuova versione è migliore dell’originale sotto diversi punti di vista ma paga lo scotto di arrivare troppo tardi.
Soprattutto per gli effetti speciali, tremendamente anni’80, a partire proprio dal Blob che gli autori, pur senza regole ben precise, volevano come una sorta di stomaco capovolto, che scioglie come acido al contatto e poi ingloba le persone, per digerirle con comodo.
Il cast comprende Kevin Dillon (in realtà coprotagonista), Shawnee Smith, (la vera protagonista), Jeffrey DeMunn, Donovan Leitch Jr. (il falso protagonista), Frank Collison, Joe Seneca (il vero antagonista), Paul McCrane, Art LaFleur e Del Close.
Nota: Nella scena iniziale in cui Kevin Dillon tenta il salto con la moto l'attore si ruppe due costole e fu costretto in ospedale per circa un mese, venne presa quindi una controfigura per girare alcune scene e fu scelto il coetaneo Ethan Hawke, protagonista l’anno successivo de L’attimo fuggente di Peter Weir.
Fondamentalmente The Blob è una divertente (!) baracconata antisistema con diversi accenni, più o meno riusciti, di satira sociale e politica per un tipo di cinema comunque ruspante, anche goliardico ed estremo, a volte, ma squisitamente artigianale e, soprattutto, sincero e senza rinunciare mai a tanto sano (!?) divertimento.
VOTO: 6
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