Regia di Nick Howard (Nick Nostro) vedi scheda film
Bastano pochissimi mesi, poco più di un anno, fra il 1964 ed il 1965, per esaurire le idee del filone; dopodichè lo spaghetti western camperà di stereotipi e di inerzia ancora molto a lungo, riciclandosi e via via riducendo mezzi, creatività, obiettivi artistici. E' normale quindi che già nel 1967 si possa assistere a un lavoruccio (lavoraccio) tanto raffazzonato e imbastito su poche e semplici (banali, leggasi) idee come questo Uno dopo l'altro; è altrettanto inevitabile che un mestierante dalle minuscole potenzialità come Nicola Nostro, in arte qui Nick Howard, potesse ai tempi liberamente licenziare nove pellicole - fra le quali appunto un paio di western - in appena un lustro, continuando ad avere l'onore e l'onere di lavorare per il grande schermo nostrano. Altri tempi, inutile il dibattito su qualità e quantità: ma forse, a ben guardare, il fatto di poter far lavorare gente come Nostro e tanti altri pure di lui peggiori non è per nulla negativo, anzi. Lo stesso dicasi per certe leggende della recitazione di serie B (ma anche C, D, E... Z) come Richard Harrison, Paul Stevens o Pamela Tudor, qui impiegati in ruoli centrali. Nel cast tecnico spicca la strana coppia impegnata nella realizzazione della (assolutamente modesta) colonna sonora, cioè Fred Bongusto e Berto Pisano; sulla sceneggiatura, seguendo i diktat delle coproduzioni italo-spagnole tipiche di quegli anni, ecco che troviamo le firme del regista, di Carlos Emilio Rodriguez, di Giovanni Simonelli, di Mariano De Lope e di Simon O'Neill. Ritmi bassissimi, violenza moderata, emozioni non troppe, mancano le cosiddette scene madri: lo spaghetti western vero e proprio ha tutto un altro sapore. 2,5/10.
Far West. Un banchiere fa in modo di rapinare la propria banca e di far ricadere le colpe su altri. Ma c'è qualcuno che vuole scoprire la verità, a ogni costo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta