Regia di Tod Browning vedi scheda film
L'inizio del mito di Dracula al cinema in un film che, giustamente, ha dato il via ad un genere, estintosi purtroppo verso la fine degli anni '60.
Finalmente ho potuto vedere questo classico, che sicuramente mi mancava, per di più dopo aver guardato molti dei suoi numerosi successori.
Premesso che il doppiaggio nuovo è sotto la media già bassa di queste operazioni (compresa una “bibioteca” al posto di “biblioteca”, roba da seconda elementare), il film ha un suo indiscutibile fascino e una certa forza di suggestione. L'interpretazione di Bela Lugosi non è secondaria, perché l'attore, e il modo in cui viene inquadrato da Tod Browning, è una credibile personificazione del male assoluto e vorace. Il trucco, l'abbigliamento nobiliare, e il portamento gelido del personaggio lo rendono inquietante. Un po' come la mummia nell'omonimo e coevo film. In questi casi l'orrore viene suggerito sottilmente dagli accorgimenti sopra esposti, e da un minimo di effetti speciali. Ed è un orrore più tangibile di quello che risulta dagli effetti digitali, secondo me.
Ho trovato indovinata la rappresentazione dei due castelli maledetti, specie del primo in Transilvania, imitato poi in quasi tutti i gotici degli anni '60.
Come piccoli limiti del film, che mi impediscono la piena e incondizionata ammirazione – che invece ho per film come “La maschera del demonio” di Mario Bava - metterei le troppe ellissi e balzi temporali della prima metà e un personaggio come la prima vittima del mostro, che finisce per essere un pazzoide un po' buffo e sopra le righe.
In ogni caso è una pellicola da vedere, che mostra come già nel 1931 Tod Browning conoscesse le molte potenzialità e la versatilità dell'arte cinematografica. Penso a certe piccole buone idee, come le scene nello specchietto (dove Dracula non si vede).
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