Regia di Amerigo Anton vedi scheda film
Tanio Boccia ha combinato disastri ben peggiori di questo La valle dell'eco tonante, ma non è certo con giustificazioni di tale tenore che si può arrivare ad apprezzare una simile pellicola, un peplum confezionato con la consueta, abbondante disattenzione. Una disattenzione che già risalta nel titolo, nel quale non compare - come d'abitudine per il filone - il nome dell'eroe mitologico protagonista (qui è Maciste), cosa che presumibilmente ha giocato ulteriormente a sfavore del film. La sfortuna peggiore per Boccia (che si firma Amerigo Anton) è però che ne La valle dell'eco tonante scarseggiano i momenti propriamente trash: le iperboli illogiche, i dialoghi patetici, gli errori evidenti di messa in scena sono poca roba, più che altro qui si notano le miserie di budget a disposizione per costumi e scenografie, nonchè i soliti, inevitabili difetti piccoli e grandi di regia. Se il lavoro delude sul piano del trash è essenzialmente perchè la sceneggiatura di Boccia/Anton, Mario Moroni e Alberto De Rossi è piatta all'inverosimile, quasi del tutto priva di momenti clamorosi (per allungare il metraggio finale c'è anche una lunga scena di balletto nel mezzo!) e, in tanto nulla, lo sbadiglio diviene molto presto il miglior amico dello spettatore. Kirk Morris - già piuttosto esperto di ruoli simili - è Maciste; al suo fianco ci sono Helene Chanel, Alberto Farnese, Rosalba Neri e nomi anche meno noti; colpisce, nel cast tecnico, la firma di Carlo Rustichelli sulla colonna sonora, che in effetti è senza dubbio migliore delle aspettative. 2/10.
Una principessa vuole condurre il suo popolo nella terra dei pascoli verdi; deve però attraversare la pericolosa valle dell'eco tonante, dove risiedono i temibili uomini eco. L'impresa riuscirà con l'aiuto di Maciste.
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