Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Da un po' di anni il cinema di Hitchock faticava a trovare un'espressione al pari della sua storia: già con Gli uccelli si avvertì l'assenza di un protagonista con il carisma dei grandi divi che impiegava Hitch. L'anziano regista riuscì tuttavia a portare alla luce film memorabili, quando la sua carriera pareva destinata al declino: Frenzy fu una sorta di riscatto e un'importante novità anche per gli spettatori (mai prima di allora il regista si era spinto ad una rappresentazione della violenza e del sesso così brutali).
Con Complotto di famiglia, si respira aria di classicismo, ma anche una formula moderna: abbiamo infatti due trame e due coppie, che nulla hanno a che fare tra di loro. Tuttavia, la promessa di una ricompensa, spinge una sedicente indovina, a indagare sulle sorti dell'ultimo erede di una facoltosa famiglia.
Troppo spesso questo film viene citato in quanto ultima opera del regista e il più delle volte tacciato di essere un film complessivamente minore rispetto alle vette che conobbe Hitchcock nella sua epoca d'oro. Tuttavia qui vi è una piccola summa delle sue ossessioni: dei protagonisti che non sono consapevoli del grande pericolo che stanno correndo, la religione (con dei sagaci commenti al rapimento in chiesa), il sesso. Con una deliziosa coppia di protagonisti (Hitchcock accantonò subito l'idea di scritturare il più noto, e costoso, Al Pacino, nel ruolo che poi andò all'ottimo Bruce Dern), il film ha un ritmo brioso, con battute sagaci e se c'è qualche sequenza girata in uno stile un po' invecchiato (i vistosi trasparenti durante la discesa "senza freni" dell'auto), non lede al complessivo risultato della pellicola.
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