Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
"Senti, per favore, fammi un piccolo riassunto…ho le idee confuse."
"Semplice, un tassista si è messo con una medium affamata di sesso chiamata Blanche Taylor, e chissà perché sono alla ricerca di un fantasma chiamato Eddie Shoebridge…per fortuna non alla ricerca di una distinta coppia di rapitori!"
Quando si parla di Family Plot si tende quasi sempre a mettere in secondo piano il reale valore del film per concentrarsi maggiormente su quello che rappresenta, ossia l’ultima fatica cinematografica di uno dei più grandi registi di sempre.
Solitamente questa frizzante commedia viene liquidata con commenti sbrigativi e quasi mai entusiasti (caruccio, ma non all’altezza del genio di Hitch), io invece l’ho sempre considerato un film di tutto rispetto.
Complotto di famiglia non doveva essere l’ultimo film di Hitchcock, nonostante le sue precarie condizioni fisiche il nostro era già al lavoro su un nuovo soggetto, un’altra storia di spie in stile Topaz, ma alla fine il progetto non si concretizzò.
Secondo me è stato meglio così, Hitch chiude la sua straordinaria carriera con due gioiellini come Frenzy (la sua opera più riuscita dopo Gli uccelli) e Complotto di famiglia, migliore chiosa per l’indiscusso Maestro del Brivido non ci poteva essere.
La struttura narrativa di questo giallo in forti tinte da commedia è semplicissima, e si regge sul confronto/scontro tra le due coppie protagoniste, da una parte la falsa (vera) sensitiva Blanche Tylor e il suo compagno tassista, dall’altra i due distinti e pericolosi ladri di diamanti Arthur e Fran.
Il soggetto del film ci presenta questi quattro personaggi seguendo due piste distinte che solo nel finale (e nell’inicpit) troveranno un punto di unione, i poteri chiaroveggenti di Blanche la porteranno sulle tracce di un bambino di origini benestanti dato in adozione molti anni prima, questo bambino ora è diventato un abile ladro ma nel suo passato si nascondono crimini ben peggiori.
Costruito privilegiando i ritmi della commedia Family Plot è un film che trascura in modo evidente la verosimiglianza delle situazioni per concentrarsi maggiormente su dinamiche frizzanti che si alimentano grazie ad un continuo gioco di equivoci, come capita sempre nei film di Hitchcock la credibilità del soggetto non è determinante per la buona riuscita finale ma a rendere interessante il tutto è lo stile unico (e sempre accattivante) con cui Hitch mette in scena la storia.
Oltre alla sceneggiatura brillante e ricca di allusioni sessuali (siamo nel ’76 e anche il cerebrale Maestro del brivido si concede qualcosa di più) il film è impreziosito dalle ottime prove d’attore dei quattro protagonisti, quattro figure speculari splendidamente caratterizzate dagli attori in campo.
Nello specifico una segnalazione particolare se la merita Barbara Harris, la sua stropicciata Blanche Taylor ci diverte fin dalla prima apparizione, i dialoghi ultraterreni con Henry (un non meglio definito spirito guida) sono un vero spasso, così come i litigi con il compagno Lumley (Bruce Dern) accusato di non assecondare le continue richieste passionali della donna.
Ben assortita anche l’altra coppia, William Devane (Arthur) è un cattivo di gran classe, elegante nel portamento ma spietato se messo alle strette, la bella Karen Black (Fran) invece ama la bella vita ma non è pronta a spingersi oltre certi limiti.
Finale movimentato e ricco di colpi di scena.
"Blanche ma possibile che tu non riesci a pensare ad altro?"
"Tu riesci a pensarci soltanto quando piove…"
"Bè…in fondo piove abbastanza spesso!"
Voto: 7.5
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