Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Scorre bene questo tardo Hitchcock, e la trama è senza buchi e ben condotta. Benché la vicenda sia coinvolgente e percorsa da una discreta tensione, il tono è leggero e a momenti vagamente umoristico. Di un humor ben amaro, però. Il pessimismo del regista inglese è qui evidente - non i tutti i film lo è - soprattutto per quanto riguarda la definizione dei personaggi. Per farla breve, sono tutti meschini e antipatici, egoisti e falsi. Poi ognuno ha le sue caratteristiche personali: chi è povero ma ambizioso e invidioso, chi è ricco e malvagio, più di uno è ricattatore, chi ha l'armadio pieno di scheletri ma finge di avere una coscienza scrupolosa, chi dovrebbe essere un esempio di virtù e di carità ma dentro è anch'egli meschino (il prete, che neppure si vede in faccia). Alcune sequenze sono patetiche, come quella della finta medium col marito che corrono giù per la discesa senza freni. Insomma, il film è sicuramente ben fatto, ed è ben servito anche dalla musica, ma un certo disagio per tutta questa miseria umana a tratti l'ho provato.
Il grande regista, alla fine della sua vita, sembrava nutrire una grande amarezza nei confronti degli esseri umani, tanto che non riusciva a vedere altro che persone misere come quelle di questo film. A dire il vero, una piccola eccezione c'è, e va segnalata: la moglie del gioielliere, dopo alcuni ricatti e molta violenza, prova un visibile e crescente senso di disagio, e finisce per dissociarsi dal marito. Il lieto fine è in realtà poco lieto.
Secondo me è da vedere, ma non appartiene ai film di Hitchcock che si amano e che si ha voglia di riguardarsi ogni tanto.
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