Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Un uomo scopre che la moglie ha uno spasimante; in verità però la donna neppure sa chi sia. Si tratta infatti di un giovane insistente, mentalmente instabile. La donna commette l'errore di lasciarlo avvicinare troppo a lei.
A tre anni di distanza da Americano rosso (1991), torna dietro la macchina da presa Alessandro D'Alatri per la sua opera seconda: è Senza pelle. Una storia ambiziosa, scritta dallo stesso regista (a differenza dalla pellicola d'esordio), che indaga su uno spaccato sociale tutt'altro che evidente, su una variabile bizzarra, incalcolabile, mettendo in scena la vicenda di uno stalking ante litteram perpetrato da un ragazzo mentalmente disturbato. Dove comincia - o dove finisce, a seconda del punto di vista - la cosiddetta sanità mentale? Fino a che punto è lecito riporre fiducia in un individuo psicologicamente instabile? Purtroppo sul piano psicologico, dei caratteri dei personaggi, la scrittura scende in profondità solamente il minimo che serve alla messa in scena, senza porre ulteriori e più articolate riflessioni; ciononostante Senza pelle è un film a suo modo coraggioso, dalla vena autoriale se si vuole, e forse rimarrà l'unico di questo tipo per una filmografia in media più 'popolare' come quella di D'Alatri (si pensi che, dopo il successivo I giardini dell'Eden, di argomento marcatamente religioso, dirigerà per ben due volte Fabio Volo in Casomai e La febbre). Massimo Ghini, già presente in Americano rosso, compone il trio di interpreti centrali del lavoro insieme ad Anna Galiena e a Kim Rossi Stuart (che sarà anche ne I giardini dell'Eden); fra gli altri elementi del cast vale la pena citare Luca Zingaretti, Giorgio Gobbi, Pasquale Anselmo, Lucio Allocca e Maria Grazia Grassini, con un piccolo ruolo per il giovane emergente Antonio (così sui titoli di coda) Rocco Papaleo. 4/10.
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