Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Voto 6,5. Pur con qualche difetto, Alatri riesce a confezionare un film coinvolgente. Si assiste infatti ad un crescendo di sentimenti ed emozioni lineare, ben cadenzato. I tre protagonisti sono decisamente all’altezza dei rispettivi ruoli. Massimo Ghini (splendido attore, ormai quasi relegato alle fiction televisive per mancanza di un buon cinema italiano) incarna con talento la figura di un autista d’autobus romano che, con il passare del tempo, passa da marito geloso e un po’ possessivo al registro di uomo capace di riflettere, porsi degli interrogativi e compiere seri sforzi di cambiamento. Anna Galiena, solare anche nei frangenti più drammatici (è forse il più bel viso d’attrice nel panorama nazionale), recita con misura, manifesta intensamente emozioni e dubbi, commette qualche ingenuità, si dispera sommessamente, poi si riprende. Il compito più impegnativo è comunque toccato a Kim Rossi Stuart, nel ruolo a dir poco ingrato di un soggetto psicotico. La composizione di questo personaggio deve essergli costata non poca fatica. Purtroppo, il film contiene anche due difetti che definirei irritanti. In primo luogo, un ingenuo lieto fine che, d’un sol colpo, annulla la necessaria e intensa drammaticità dell’intera vicenda. In secondo luogo, una colonna sonora fastidiosa, pseudo-moderna e completamente dissociata dalle situazioni che sarebbe chiamata a commentare e sorreggere.
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