Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Prima fatica letteraria di J.Grisham ad essere trasposta sul grande schermo (contestualmente, invero, a Il rapporto Pelican), Il socio è davvero un ottimo film. E ciò si deve a tre fattori in particolare: la storia narrata, degna del miglior legal-thriller, ma con soffusi richiami al “gangsta” movie (dato che le “acrobazie” - e giuridiche e atletiche - di Cruise lambiranno gli interessi di una temibile famiglia mafiosa e alla fine provocheranno un terremoto che travolgerà la “law firm” dello stesso Cruise, il cui fattore scatenante si rivelerà, peraltro, un semplicissimo illecito tributario - ma perpetrato in proporzioni stratosferiche - del tutto simile a quello che determinò l’eclisse del mito - negativo - di Al Capone). La sapiente gestione del fattore “tensione”, che S. Pollack riesce a distribuire equilibratamente lungo tutto l’arco di durata del film (che ha il solo piccolo difetto di durare 10 minutini di troppo) e a cui giova molto anche un attento sottofondo sonoro (montato ad arte per rendere la tensione palpabile fin dalle prime sequenze). Nonché, infine, il cast brillante, nel quale spicca il giovane Cruise, sempre affezionato alla sua notoria espressione da bambolotto spavaldo e smarrito al tempo stesso, la quale però, in questo caso, è pienamente funzionale alla causa del film.
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