L’universo della fiction italiana come non l’avete mai visto prima. Un regista, una troupe, una serie di attori incapaci di recitare o stritolati in meccanismi e ragionamenti produttivi che hanno come indicibile meta la distruzione di ogni lacerto di professionalità. Battute a raffica, improvvise tenerezze, risate e molti, moltissimi pensieri. Scrittura raffinata, ma anche bassa e basica, per un prodotto decisamente oltre i canoni della produzione seriale tricolore.
BORIS - Di cosa parla
Il microcosmo variopinto della televisione raccontato attraverso il set di una fiction di scarso peso specifico: “Gli occhi del cuore”. Il giovane Alessandro (Alessandro Tiberi) irrompe sul luogo di produzione nelle vesti di stagista ed è adottato, con alterne fortune, da cast e maestranze: uomini e donne in quotidiana lotta con esigenze produttive, aneliti artistici, effettive capacità, compromessi, sogni, desideri, frustrazioni.
Deus ex machina è il regista René Ferretti (Francesco Pannofino) che la produzione ha scelto per la sua palese incapacità di garantire un prodotto qualitativamente ineccepibile. René dedica tutto se stesso alla realizzazione della serie, assistito da una solerte e precisa aiuto (Caterina Guzzanti) ma è destinato a scontrarsi con la sostanziale inefficienza di quanti bazzicano il set: gli attori, tra cui spiccano il gasatissimo e tristemente presuntuoso Stanis Del Cuore (Pietro Sermonti) e Corinna Negri (Carolina Crescentini), detta “cagna maledetta” in virtù di meriti artistici non proprio specchiati, la troupe, capeggiata da un direttore della fotografia allo sbando e in preda a gravi crisi personali e dipendenze (Ninni Bruschetta) e da un capo elettricista che si esprime solo in romanesco e pare interessato esclusivamente a sobillare i suoi schiavi (Paolo Calabresi), la produzione, incarnata da Diego Lopez (Antonio Catania), re dei compromessi e mago del paraculismo all’italiana e dal delegato di produzione Sergio (Alberto Di Stasio), attentissimo al risparmio e pronto a piccole angherie e voltafaccia in grado di assicurare il risultato atteso.
La struttura degli episodi è sostanzialmente la stessa: il plot ruota intorno alla necessità di girare una puntata de “Gli occhi del Cuore”, con i connessi contrattempi e le inevitabili difficoltà. Le puntate della fiction registrano peraltro un buon riscontro di pubblico, nonostante il clima sul set sia tutt’altro che sereno, tra innamoramenti frustrati, repentini tradimenti, nervosismi latenti, difficoltà economiche che si sostanziano nel mancato pagamento alle maestranze delle ore di straordinario. Lo stagista Alessandro tenta di mantenere un proprio equilibrio, garantito dalla passione, ma è inevitabilmente trascinato nel vortice delle ripicche, delle indifferenze, delle invidie, mentre il regista Ferretti si dibatte in un’altalena di entusiasmi e depressioni, perso nell’aporia tra successo di ascolto e piena consapevolezza di andare realizzando un prodotto assolutamente inguardabile. Egli è inoltre preso da un sogno un po’ megalomane: riuscire finalmente a girare la fiction Machiavelli, vista come finale realizzazione di tutti gli aneliti alla qualità e che, naturalmente, non vedrà mai la luce. Anzi René, in un momento di difficoltà economica, accetterà di dirigere una sit-com per la rete concorrente, scontrandosi con meschinità ed inefficienze se possibile ancora più marcate. L'improvvisa decisione della produzione di abiurare il progetto “Gli occhi del cuore” costringe Ferretti ad impegnarsi in un progetto definito innovativo, sull’abbrivio dei grandi modelli americani: la serie Medical Dimension. Il problema è che gli interpreti sono sempre gli stessi, le difficoltà si accentuano, gli attori di contorno fanno rimpiangere la triste recitazione della cagna maledetta, trattandosi di notissimi attori teatrali in chiara crisi alimentare. Insomma: i soldi finiscono, il progetto non decolla. A René non resta che impegnare le ultime risorse del suo stiracchiato idealismo per costringere gli abulici sceneggiatori a ripartire con la scrittura di un Gli occhi del cuore 3. Benché la troupe si sfaldi, la produzione pare entusiasta della prima puntata. Un’altra avventura, forse, sta per iniziare.
Il cast
Oltre a quelli già citati, Boris vede la partecipazione di numerosi attori, in ruoli perfettamente funzionali all’evoluzione della serie. Eugenia Costantini, figlia di Laura Morante, interpreta Cristina Avola Burkstaller, viziatissima e capricciosa attrice che porta sul set un abbozzo di professionalità e,… Vedi tutto
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Antonino Bruschetta
Duccio Patané
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Luca Amorosino
Alfredo
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Ninni Bruschetta
Duccio Patané
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Paolo Calabresi
Augusto Biascica
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Luca Manzi
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Carlo Mazzotta
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Antonio Catania
Diego Lopez
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Carlo Luca De Ruggieri
Lorenzo
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Alberto Di Stasio
Sergio
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Roberta Fiorentini
Itala
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Guida agli episodi
In streaming
Disponibile interamente in streaming su Netflix e su NowTV.
Recensioni
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Non è un'iperbole: Boris è la migliore serie tv mai partorita in Italia. Pungente, dissacrante, con gag sempre riuscite e personaggi entrati già nella storia. Un cast funzionale con attori che, esaltati da uno script magnifico, tutti si esprimono a livelli irripetibili per loro. E un uso incredibilmente sapiente delle guest star, non una di queste piazzata senza una decisa… leggi tutto
Produzione e ricezione
Diretta da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, su soggetto e sceneggiatura di Luca Manzi e Carlo Mazzotta, Boris è andata in onda, lungo tre stagioni, su Fox, canale della piattaforma satellitare Sky. È stata premiata per il miglior soggetto al “Premio Saint Vincent 2008 per la Fiction” e al “Roma Fiction Fest” dello stesso anno. Ulteriori riconoscimenti sono andati all’attore Pietro Sermonti, per il personaggio di Stanis Del Cuore, e al produttore Lorenzo Mieli. Boris è diventata una fiction di culto per la sua innegabile capacità di analizzare i mille rivoli contraddittori di un ambiente variegato e composito quale è quello delle produzioni seriali italiane.
Le stagioni
Stagione 1
Prima trasmissione: dal 16 aprile 2007 al 9 luglio 2007 su Fox Channel.
I brevi episodi ci conducono nel mondo della fiction italiana Gli occhi del cuore, filtrato attraverso gli occhi vergini e l’inesperienza di Alessandro, giovane stagista catapultato sul set. Le singole puntate, ciascuna chiusa in sé stessa e dunque con un inizio ed una fine, pur perfettamente aderenti allo spirito ed al racconto della intera serie, consentono la conoscenza di un mondo abitato da personaggi a loro modo allucinati e teneri, infingardi e buoni di cuore, sognatori e pragmatici. Spiccano le difficoltà di realizzare un prodotto che abbia un senso ed un valore in sé, difficoltà che riposano e risiedono nella figura del regista René Ferretti, alle prese con attori cani e maestranze poco motivate.
Stagione 2
Prima trasmissione: dal 12 maggio 2008 al 28 luglio 2008 su Fox Channel.
Nonostante le difficoltà produttive, le improvvise defezioni degli attori e i piccoli grandi drammi umani che sconvolgono la lavorazione, la realizzazione de Gli occhi del cuore va avanti. I nuovi arrivati tentano l’impegno, a volte scantonano, a volte costringono il regista a scenate inenarrabili. Alla serie, tuttavia, manca il finale. Siamo in Italia e allora l’esito, e la relativa scrittura, saranno determinati dai risultati delle elezioni politiche…
Stagione 3
Prima trasmissione: dal 1 marzo 2010 al 12 aprile 2010 su Fox Channel.
Benché riconfermato dalla produzione, Ferretti decide di girare un’altra fiction, di maggior spessore e qualità e di argomento storico. Il progetto naufraga ed egli è costretto a rivolgersi alla concorrenza milanese che gli propone la puntata pilota di un’inguardabile sit-com. Tra alterne vicende, nuovi attori e imprevisti ritorni, la produzione decide di tentare ancora la carta di una nuova serie de Gli occhi del cuore. Evidente cupio dissolvi destinata a travolgere l’incazzato idealista René ed i suoi compagni di viaggio. A meno che..
Stagione 4
La quarta stagione di Boris è disponibile in streaming su Disney+ a partire dal 26 ottobre 2022.
Commenti (4) vedi tutti
Nonostante il fenomeno venga additato come cult, "Boris" è, in fondo, una serie simbolo di un cinema mediocre, di una tv mediocre, di un mondo mediocre. Lo si può accettare o respingere. Certo è che visto un episodio li hai visti tutti. Se ti sta bene...Elogi sperticati ma non condivisibili.
commento di maurri 63Una satira intelligente e dissacrante sul dietro le quinte delle produzioni televisive italiane di basso livello, che vanta un cast di bravi caratteristi e una sceneggiatura intrisa di battute fulminanti e argute, in grado di trasformarsi in tormentoni e spesso di ritrarre con veridicità il mondo che deridono.
commento di Fanny SallyGli elogi su questa serie sono stati già moltissimi. Dunque non insisto, però sottolineo che tali elogi sono meritati.
commento di putrellaSi rasenta la perfezione
leggi la recensione completa di silviodifede