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Tina - What's Love Got to Do with It?

Regia di Brian Gibson vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Tina - What's Love Got to Do with It?

di George Smiley
7 stelle

"I've been taking on a new direction
But I have to say
I've been thinking about my own protection
It scares me to feel this way"

Una donna non dovrebbe mai avere paura di amare un uomo. Non dovrebbe temere per la propria vita. Non dovrebbe avere timore che un giorno il proprio uomo possa rivelarle di essere un orco. Non dovrebbe mai essere costretta a fuggire in preda al panico.

La storia di Ike e Tina Turner è una storia di questo tipo, di ricatti e di violenza, fisica e verbale, di sudditanza piscologica e di paura quotidiana, in cui l'amore non c'entra assolutamente nulla, ma è anche la storia incredibile di una donna che ce l'ha fatta, si è ribellata al suo aguzzino, ha spezzato le catene che la tenevano legata ad un mostro che diceva di amarla ma in realtà ne vampirizzava e soffocava il talento. Ike Turner era fondamentalmente un mediocre, un uomo meschino e bugiardo fino all'osso persino con sè stesso, un violento e un approfittatore che non riusciva a tollerare che la propria moglie fosse l'unica ragione per cui il mondo si sarebbe ricordato di lui. Intendiamoci, gli si possono (e gli si devono) riconoscere due meriti importanti: avere scoperto il talento di Anna Mae Bullock (quella che poi diventerà famosa in tutto il mondo con il nome di Tina Turner) e averla lanciata nel mondo della musica. Questo è quanto. Peccato che, come tutti gli uomini manipolatori e innamorati solo di loro stessi (o al più del denaro), era convinto che questo gli desse il diritto di disporre della vita di Tina come di un oggetto di sua proprietà. E a questa menzogna spesso si finisce per crederci: ma sì, in fondo devo tutto a lui, dove sarei se non fosse stato per lui (come se un atto d'amore prevedesse un tornaconto), si comporta così perchè è sotto pressione, non è colpa sua, voi non capite, sarei crudele ad abbandonarlo, vedrete che quando le cose andranno meglio saremo di nuovo felici. Vero? Nossignore, neanche per sogno. E' una gabbia mentale quella in cui la donna abusata si trova rinchiusa, è lei la prima a giustificare il proprio carceriere, ad assumersi le colpe che non ha, a tollerare l'intollerabile, a sperare in un suo cambiamento. Di tutto ciò lui, il carnefice, neanche si preoccupa, l'importante è avere il controllo della relazione e dell'altra persona, in un rapporto a senso unico di cui lui è l'unico beneficiario. Ma nel caso di Tina, tutto ciò ha avuto una fine. Tutto perchè lei ha avuto il coraggio di dire basta, di smettere di accusarsi e ha iniziato a vedere Ike per ciò che era realmente: uno sporco approfittatore. Ma soprattutto ha iniziato a vedere sè stessa per come era finalmente diventata: una donna indipendente, capace di sottrarsi all'ombra ingombrante del marito per camminare da sola e raggiungere una più che meritata rinascita artistica e umana. L'album "Private Dancer", uscito nel 1984 e dalla cui canzone "What's Love Got To Do With It" mi sono permesso di prendere a prestito alcuni versi, divenne record di vendite in tutto il mondo superando i 25 milioni di copie vendute e rilanciò alla grande la carriera della Turner. Come si dice, la migliore vendetta è vivere bene.

Il film di Brian Gibson è un lavoro abbastanza convenzionale, ben confenzionato e fotografato ma senza particolari acuti di regia, in cui tutto è costruito per farci empatizzare con la protagonista, detestare il personaggio di Ike Turner e gioire per la rivalsa della cantante di origine statunitense, ma è un lavoro complessivamente ben bilanciato e appassionante al punto giusto, basato su una storia emblematica e ben raccontata e vanta due attori straordinariamente a proprio agio nelle rispettive parti, entrambi nominati all'Oscar nel 1993 e con una vittoria ai Golden Globes per l'interprete femminile: Laurence Fishburne è decisamente bravo nel ruolo di Ike Turner, ma a rubare la scena è una stupefacente e orgasmica Angela Bassett, fisicamente somigliante alla sua controparte reale e bravissima nel catturare la mimica facciale e la presenza scenica della vera Tina Turner. Quest'ultima ha contribuito al film registrando le parti poi cantate in playback dalla Bassett. E il film non può che concludersi con il primo piano di una sorridente Tina Turner (questa volta quella autentica) sulle note della già citata "What's Love Got To Do With It", per poi lasciare spazio a "I Don't Wanna Fight", suggellando così il lieto fine di una storia come tante, una storia che purtroppo quasi mai finisce bene, una storia che deve insegnarci come, dietro a un sorriso, si possa nascondere l'orrore.

"What's love got to do, got to do with it?

What's love but a second-hand emotion?
What's love got to do, got to do with it?
Who needs a heart when a heart can be broken?"

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