Regia di Brian Gibson vedi scheda film
Un biopic piuttosto agiografico, che ha forse l’unico pregio di una discreta ricostruzione d’epoca, ottima cornice per una serie di numeri musicali ben confezionati, perfettamente “mimati” dalla Bassett (la voce infatti è quella originale della Turner stessa).
Per il resto… la storia la conosciamo già (e Gibson si limita a raccontarla senza troppo impegnarsi a “scavare” in profondità nella psicologie, rimanendo così sempre sulla superficie delle cose) ed è poi quella che ha per protagonista la cantante rock Tina Turner che, dopo anni di maltrattamenti fisici e verbali da parte del marito (e sarebbe stato semmai interessante comprendere le ragioni di questa prolungata, masochistica accettazione), troverà finalmente il coraggio di riprendere interamente nelle sue mani la sua vita, scappando via “a gambe levate” (sbattendo sonoramente la porta, come si suol dire) portandosi dietro solo il proprio nome e poco più dei vestiti che aveva indosso….
Ricomincerà tutto da zero raggiungendo però in breve (come nelle favole) stratosferiche vette di fama, ricchezza e successo artistico impensabili per il suo ex (e viene spontanea la riflessione: ma chi glie lo ha fatto fare ad aspettare tanto tempo a liberarsi di quel manesco impiccio se poi tutto era in pratica così “semplice” e quasi scontato?).
E’ il 1977 l’anno della svolta “epocale” quello appunto in cui Tina metterà termine col divorzio al suo calvario di botte, droga e violenze sessuali (e chi più ne ha, più ne metta….) fortificata in questo da una “ritrovata” fede buddista (già… perché è a forza di recitare il mantra Na Mu Myo Ho Ren Ge Kyo che riuscirà a vedere e comprendere - certo che gli ce ne è voluto di tempo: ben 17 anni!!!! - che esiste un mondo anche oltre il suo piccolo inferno personale, e da lì naturalmente il passo sarà breve, nel senso che diventerà solo questione di “ritrovare se stessa” e di “occasioni” che in terra d’America non mancano mai, perché la situazione si capovolga a suo favore come infatti accade… visto che poi il vero talento era il suo).
Conoscere la storia e… verificare in diretta le umiliazioni, rende ancor più saporito il piatto e ci si può persino far in parte coinvolgere emotivamente ,“godendo” poi a nostra volta, pienamente soddisfatti ed appagati per il trionfo finale molto “femminista” che qui è anche quello del "bene" sul "male", anche perché la recitazione di Angela Bassett (Tina) e di Laurence Fishsburne, che interpreta invece il malvagio Ike, è di forte impatto empatico (entrambi furono infatti candidati all’Oscar di quell’anno… perché film così portano in genere fortuna persino ai loro interpreti, anche se in questo caso nessuno dei due risultò poi “vincitore”).
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