Regia di Joel Coen vedi scheda film
Primo incontro tra i fratelli Coen e i l'industria hollywoodiana. Risultato: Mister Hula Hoop, la dimostrazione che i soldi, se usati bene, non fanno male al cervello. Una commedia cattiva sul capitalismo americano anni ’50, con scenografie e abiti ispirati agli anni ’20 e ’30 (Metropolis, Tempi moderni, La signora del venerdì di Hawks), angeli e un piccolo antieroe stile Capra anni ’40, un gusto delle reazioni a catena, del meccanismo del gioco che trascina con sé le immagini e la storia, che viene dritto dalla comicità demenziale anni ’80. Più un grande attore, Tim Robbins, che sa piegare il suo corpo sproporzionato a prestazioni impensabili, un direttore della fotografia (Roger Deakins) che sa trasformare i toni cupi del noir (Barton Fink) in rossi festosi e azzurri romantici, un amico (Sam Raimi) che collabora alla sceneggiatura e dirige la seconda unità. I fratelli Coen mettono tutto nello shaker, agitano ed estraggono sequenze di matematica ferocia. Senza un momento di stanchezza; un'invenzione dietro l'altra. Paul Newman fa il cattivo, Jennifer Jason Leigh fa Rosalind Russell e Charles Durning senza parlare dà l'avvio alla storia con vera, sfrontata, prepotenza capitalistica.
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