Regia di Joel Coen vedi scheda film
“The Hudsucker Proxy”, titolo americano con cui più propriamente andrebbe chiamato questo film, è la storia di un giovane ragazzo di provincia, Norville Barnes (Tim Robbins), che, proveniente da un college sconosciuto ed a New York per cercar fortuna, diventa in un batter di ciglia il presidente di una delle più importanti multinazionali del mondo. La sua vita cambierà di colpo, ma le difficoltà saranno dietro l’angolo, soprattutto per la cattiveria di Sidney Mussburger (Paul Newmann), erede del suicida proprietario Hudsucker e che tenta di usare Barnes come cavia per i suoi avidi giochi sporchi. L’aiuto di una giornalista (l’ottima Jennifer Jeason-Leigh) e di una lotta di potere ben più in alto di quella infima tentata da Mussberger, permetterà a Norville di trovare la giusta strada.
Giochi politici, colpi giornalistici, magnati dell’industria, questa è l’America degli anni ’50 descritta da Joel ed Ethan Coen, che hanno scritto la sceneggiatura di questa bellissima favola contemporanea a 6 mani con Sam Raimi. I Coen riescono ad imprimere alla storia un’aura fiabesca, descrivendo situazioni surreali, disegnando personaggi fuori dagli schemi, scrivendo un finale sorprendente ed emozionante. Forse troppo moralismo nella parte finale della storia (dai Coen solitamente ci si aspetta altro), ma nel complesso un film molto piacevole, in cui si segnalano moltissime chicche: il cameo del feticcio Buscemi, un clamoroso esempio di sommario nel tempo della storia (la signora che affronta 2 dei più voluminosi tomi della storia della letteratura mentre si decide il nome dell’invenzione di Barnes), l’orologio del palazzo della Hudsucker come custode del tempo e, la solita pecca nostrana, un titolo italiano che svela in maniera bassissima una delle componenti più sfiziose del film.
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