Regia di Steven Lisberger vedi scheda film
Flynn (Jeff Bridges), geniale programmatore di videogames di Los Angeles, scopre che dietro queste incredibili macchine si cela un losco individuo controllato da un computer parlante, il Master Control Program, che vorrebbe accedere ai segreti militari del Cremlino e del Pentagono per dominare il mondo. Risucchiato attraverso un raggio laser all'interno dei circuiti del videogame, nel cosiddetto "mondo parallelo", Flynn riuscirà a sventare il pericolo.
Prodotto dalla Walt Disney e ricavato da un soggetto che il regista ha scritto con Bonnie McBird e sceneggiato da solo, il film non è altro che un fumettone implacabilmente segnato dalla ruggine del tempo. Interamente giocato su effetti che oggi tanto speciali non appaiono (le immagini sembrano muoversi a passo ridotto, come nei film di Buster Keaton), totalmente affidato ai luoghi comuni dei film d'azione (i buoni contro i cattivi, le lotte a suon di microcip), interpretato con approssimazione e fotografato con un algido azzurro da Bruce Logan, che certo non si propone come uno dei maestri del genere, Tron è "una gelida premonizione dell'inferno prossimo venturo" (Grazzini), realizzata per piacere ai ragazzini che all'epoca affollavano forsennatamente le sale dei videogiochi prima che questi potessero essere comodamente attivati in casa. Ma Tron è anche il primo film che porta l'attenzione sui videogames. Al progetto hanno partecipato matite di rango come Moebius, Peter Lloyd, Richard Taylor e Sy Mead.
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