Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Il regista romano Roberto Rossellini racconta storie di italiani durante gli anni dell'avanzata alleata nella penisola, tra il 1943 ed il 1944. Il film è diviso in sei episodi. Nel primo, Carmela, una popolana siciliana esclusivamente interessata alla sorte dei parenti e rimasta uccisa a seguito di uno scontro con sentinelle tedesche, è creduta, dai componenti di una pattuglia statunitense, l'assassina di uno di loro, con il quale era stata lasciata in disparte. Il secondo ha come protagonista l'agente di colore della polizia militare Joe ed un ragazzino napoletano, Pasquale. Il primo rimane sconvolto, di fronte ad un dolore che il secondo ha ormai metabolizzato e considerato parte della normalità. Il terzo è ambientato a Roma, alcuni mesi dopo la liberazione della città. Un soldato americano ubriaco, adescato da una prostituta, racconta alla donna la sofferenza che prova per non essere in grado di ritrovare Francesca, una bella e gentile ragazza conosciuta nello stesso giorno dell'arrivo in città a bordo di un carro armato. La prostituita stessa è Francesca, la quale lascia indicazioni al soldato, affinchè possa ritracciarla. Ma il soldato, tornato sobrio, non se ne cura. Quarto episodio, la battaglia infuria a Firenze. Una infermiera al seguito delle truppe britanniche attraversa la città sconvolta dai combattimenti, per ritrovare un uomo che lì conobbe - e certamente amò - in tempo di pace. E' ora un capo partigiano; ella apprende con sconcerto e dolore che è stato ucciso. Il quinto episodio è ambientato nei pressi della Linea Gotica. All'interno di un convento sull'Appennino i frati accolgono tre cappellani militari alleati; appurato che dei tre uno è ebreo e l'altro protestante, si apre una questione di ordine morale-religioso, mentre intorno i combattimenti proseguono. L'ultimo episodio è ambientato nel Delta del Po e racconta del triste esito di uno scontro tra partigiani, infiltrati alleati e tedeschi, coinvolta la popolazione locale. Gli invasori, convinti d'essere nel giusto, perseverano nelle loro nefandezze; pochi mesi dopo, la guerra è finita. Tre di questi episodi sono ambientati durante i combattimenti, gli altri in momenti di stasi. L'autore intende raccontare storie di persone qualunque in rapporto agli accadimenti della Storia ... quella con la S maiuscola, la quale, nelle circostanze illustrate, non è minimamente benigna verso i singoli, travolti loro malgrado dalle conseguenze di invasioni, battaglie, rastrellamenti e connesse crisi economiche e morali. Sogni muoiono insieme ai loro autori; ne' vi è spazio per la speranza; si vive di una precarietà divenuta ordinaria, sia sotto le bombe e l'artiglieria, sia nelle retrovie, ove regnano la fame e l'indigenza. Si soffre tanto tra la popolazione civile, impegnata o meno nella guerriglia partigiana, quanto tra le truppe alleate, i cui membri godono tuttavia di posizioni privilegiate. Il regista rileva come i loro atteggiamenti verso gli italiani non furono di fratellanza - del resto, come avrebbe potuto nascere in così poco tempo un sentimento di spontanea positività verso il nemico di pochi mesi prima - bensì, nel migliore dei casi, di collaboraziobe; nel peggiore, di disinteresse per ciò che le decisioni belliche avrebbero comportato per i civili. Emblematico è il "distacco" degli ufficiali inglesi durante la battaglia per Firenze; quasi sempre, la comprensione latita. Il regista è in grado di rendere i suoi personaggi estremamente "umani"; nel primo episodio, la siciliana Carmela prende una decisione errata, quasi autolesionista. La scelta è frutto dell'istinto di una ragazza stanca, sfiduciata, sconvolta. Nel secondo, l'agente della polizia militare Joe, pur con i suoi guai in patria, comprende, dal confronto con un orfano di guerra costretto a vivere di stenti, eppur giocoso e sorridente, quale sia la "normalità" per un territorio devastato. Il terzo episodio rende evidente cosa rimanga delle speranze di una bella, presumibilmente colta e forse in passato anche benestante, ragazza, a seguito della liberazione. Nel quarto, durante un combattimento fratricida, un partigiano muore invocando con insistenza una persona che forse non può sentirlo. Il quinto episodio è un po' a sè; fra le mura del convento non risuonano colpi d'arma da fuoco, il clima di umile serenità non può non conquistare uno dei tre cappellani militari alleati. La tranquillità del luogo consente la trattazione di questioni teologiche; è forse ravvisabile nella scelta di offrire questa rappresentazione una critica del regista verso un contesto non pienamente coinvolto nel contemporaneo caos bellico ? Certo, le immote atmosfere del luogo sacro stridono con il fragore delle esplosioni ed il ritmo della mitraglia che si dffindono nell'ambiente del sesto episodio, le paludi del Delta del Po, teatro di azioni di guerriglia partigiana e rastrellamenti tedeschi. In questo racconto, si dà voce all'invasore. Un ufficiale, prima di far uccidere i combattenti catturati, considerati "banditi" e non "prigionieri di guerra", racconta con non troppa convinzione della "missione" tedesca; distruggere il vecchio mondo in favore di uno nuovo. Di tutto ciò, di lì a pochi mesi, non rimarrà più nulla. La sequenza conclusiva mostra le acque inghiottire i corpi ancor vivi dei resistenti e simbolicamente, anche il fragore dei combattimenti, i carnefici, le loro velleità. Allo spettatore, ogni ulteriore valutazione. Molti sono gli attori che hanno lavorato alle riprese, pochi i nomi noti. Tra essi, Maria Michi (Francesca, episodio ambientato a Roma), Carlo Pisacane (uno tra i cittadini siciliani), Renzo Avanzo (Massimo, episodio fiorentino). Altri sono non professionisti; la loro naturalezza, unitamente alla varietà di dialetti e di costumi rende la natura corale di quest'opera; buona parte del popolo italiano è rappresentatato nella sequenza di racconti. Poveri e non, cittadini e gente di campagna, giovani ed anziani, combattenti e persone non in armi. Ognuno è parte di una tragedia comune, appena conclusa al tempo della realizzazione dell'opera. Il film offre agli spettatori dell'epoca uno scorcio sul recente passato affinchè ognuno possa riconoscersi in uno di quei piccoli, involontari, protagonisti della Storia.
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