Nella Roma papalina del 1825, l'esecuzione a morte di due giovani carbonari, Leonida Montanari e Angelo Targhini, accusati del tentato omicidio per accoltellamento del loro compare, principe Filippo Spada, reo di aver tradito l'affiliazione facendo pure la spia, dà inizio ad un processo sommario in cui la condanna dei due diviene solo una goffa formalità, secondo un metro di giudizio che nessun tribunale serio e democratico potrebbe mai concepire, e secondo un giustizialismo che, partendo da un organo ecclesiastico di per sé proteso alla pace e al perdono, assume i connotati di un greve ed anacronistico teatro delle beffe.
A cercare di scongiurare la prevedibile sentenza, il povero ciabattino ignorante ma accalorato Cornacchia, coadiuvato dalla sua bella mante ebrea confinata Giuditta, tenta il tutto e per tutto per mettere in salvo i due giovani, ma il suo intervento potrebbe smascherarlo come il vero alter ego della nota statua "parlante" di Pasquino, portavoce di un crescente malumore popolare che in quegli anni il governo temporale oppressivo della Chiesa generava tra il popolo.
Da un episodio vero documentato da una targa affissa nei primi del '900 in Piazza del Popolo per onorare la memoria dei due giovani orgogliosamente caduti, il regista Luigi Magni dà inizio alla celebre trilogia incentrata sulla Roma papalina e sulla connessione tra il popolo, l'aristocrazia e il potere pontificio in epoca risorgimentale, e che proseguirà con In nome del Papa Re (1977) e In nome del popolo sovrano (1990).
Un film baciato dal consenso del pubblico, che gli garantì incassi stellari e che fece ottenere meritatamente ad un Nino Manfredi mattatore assoluto, un David di Donatello come migliore attore protagonista nel 1970.
Esilarante, ma anche tenero, Alberto Sordi (Aho?! Me stai a coglionà?!?) nei panni dell'indomito frate impegnato fino alla fine per la salvezza dell'anima.
Cast stellare con divi nostrani e d'oltralpe di prima grandezza.
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