Regia di Luigi Magni vedi scheda film
In questo film al dramma si sovrappone una levità popolaresca che, a volte, è veramente graziosa, ma spesso è invece troppo ingenua o troppo cinica, creando stonature che nemmeno il grande talento degli interpreti riesce a mitigare. Luigi Magni sembra voler trarre il massimo dalle due diverse romanità di Sordi e Manfredi, però esagera, riducendo il primo ad una insipida macchietta, ed affondando il secondo in una innaturale atmosfera di malinconico distacco. Il ruolo affidato a Claudia Cardinale – amante di tutti per l'altrui salvezza – è vagamente surreale, e, nel complesso, questa visione del Risorgimento come vicenda di poveri diavoli e ragion di stato non convince, a dispetto degli ideali libertari e degli spunti filosofici che, ogni tanto, la sceneggiatura lascia trapelare.
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