Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Il capolavoro di Magni, che ha continuato poi negli anni a cercare di ripetere l'exploit di questo film, senza peraltro mai avvicinarcisi più di tanto. La Roma papale, il popolo contro il potere, il fascino dei ribelli, dei rivoluzionari, l'ironia spietata che le vicende di quei tempi sottendono, paragonabili direttamente a quelle dei giorni nostri: c'è tutta la retorica del regista, che qui si avvicina alla commedia all'italiana sfoggiando un Sordi (solo nella mezzora finale) frate 'sordiano' al 100% ed un Tognazzi ed un Manfredi, il vero protagonista, in gran forma; inoltre il cast vanta pure la Cardinale ed Enrico Maria Salerno, come se non bastasse il tris d'assi precedente. E come se fosse a questo punto necessario sottolinearlo, è davvero un film bello da vedere. Indimenticabile il momento della consegna della 'lettera di scarcerazione' (in realtà una condanna a morte per il latore) da Tognazzi all'analfabeta presunto Manfredi. Un'operazione pressochè orribile sarà quella sorta di seguito che Magni e Manfredi perpetreranno nel 2002 con il titolo de La notte di Pasquino. Meglio pensare che tutto finisca con questo film.
Nella Roma papale del primo 1800 i carbonari tramano ed insorgono contro il potere clericale. La vendetta è la galera o lo ghigliottina; rimane da catturare però Pasquino, un poeta che lascia in giro per la città versi che irridono il clero. L'analfabeta ciabattino Cornacchia però sembra saperla lunga...
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