Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Quattro soldi, tre attori, due idee: persino per i già risicati standard di Sergio Grieco, questa pellicola è fortemente limitata e carente da tutti i punti di vista. Girata frettolosamente, scritta ancora di più, diretta con la mano sinistra: Una spada per l'impero è uno dei peggiori peplum (film in costume antico, che tanto di moda andavano in quegli anni) e oltrettutto arriva fuori tempo massimo, a filone ormai esaurito. La sceneggiatura - e già cominciamo bene - è firmata da Fulvio Tului, che potrebbe essere uno pseudonimo (anche se così non risulta online), oppure semplicemente una meteora totale nel firmamento del cinema nostrano: scriverà soltanto questo film e ne dirigerà contemporaneamente un altro (D'Artagnan contro i tre moschettieri), che già dal titolo promette imperdibili faville. Di Grieco, in fin dei conti, non si può dire più di tanto male: mestierante neppure pessimo, si è sempre barcamenato fra produzioni minuscole e film di genere, licenziando in quel periodo una marea di cappa e spada et similia, come in questo caso; ma basti osservare uno degli infiniti combattimenti presenti in questa pellicola, tutti ugualmente svogliati e inverosimili, per rendersi conto del livello qualitativo artistico del lavoro e delle scarse pretese insite in esso. Non è un caso, viene da pensare, se si tratta dell'ultimo prodotto di questo filone per il regista. Nel cast spuntano i nomi di Enzo Tarascio, del canadese Lang Jeffries, di Giuseppe Addobbati, di Josè Greci (italianissima: Giuseppina Greci da Ferrara) e di Howard Ross, al secolo Rossini Renato de Roma; se questi sono i principali, tralasciare i restanti è doveroso. 2/10.
Nell'antica Roma, il console Marco e l'imperatore Commodo sono ai ferri corti per la contesa di una schiava. Marco decide quindi di provare a generare un'insurrezione contro l'imperatore.
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