Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Nell'anno in cui erano candidati all'Oscar "Il Laureato" incentrato sulla crisi di identità dei giovani americani, "Bonnie and Clyde" che narrava le vicende della coppia tragica di malviventi nell'America violenta degli anni trenta e "Indovina chi viene a cena" che trattava con tatto il tema sempre caldo del razzismo la spuntò "La calda notte dell'ispettore Tibbs" probabilmente perchè in percentuali differenti possiede gli elementi dei film sconfitti sotto la solida struttura del poliziesco sceneggiato da Stirling Stilliphant e diretto con mano fermissima da un maestro come Norman Jewison, nonostante i ricchi premi e cotillon non è però un capolavoro e il tempo gli gioca contro.
I 5 film candidati all'Oscar '68: Il Laureato - La calda notte dell'ispettore Tibbs - Gangster Story - Il dottor Doolittle - Indovina chi viene a cena
La traduzione più calzante del titolo originale è "Nel cuore della notte" e proprio da quella notte di sangue a Sparta nel Mississipi prende il via l'insolita indagine dell'ispettore Tibbs: dopo il ritrovamento del cadavere di un ricco industriale viene prelevato alla stazione perchè ritenuto colpevole dell'omicidio, Tibbs è di colore e negli stati del sud negli anni sessanta il razzismo era e forse è ancora una piaga sociale che genera discriminazione e ostilità, attenzioni che vengono subito riversate sull'ispettore della grande metropoli che si trova in quella piccola comunità agricola di passaggio ed è rimasto coinvolto nella spinosa faccenda per puro caso.
Tibbs durante la sua permanenza a Sparta su richiesta dei suoi superiori di Philadelphia scoprirà come il razzismo si manifesta in maniera gratuita anche da chi potrebbe ricavare dei grossi vantaggi dalla sua solida esperienza nella squadra omicidi, primo fra tutti il capo della polizia Gillespie, un poliziotto onesto ma superficiale e inesperto in fatto di cadaveri e la signora Colbert moglie della vittima che all'inizio diffida di Tibbs ma poi si rende conto della sua solida professionalità e ordina a Gillespie di affidare il caso all'ispettore di Philadelphia.
Il rapporto di collaborazione fra Gillespie e Tibbs cresce come la sincera amicizia fra i due poliziotti che sono diametralmente opposti: Tibbs è elegante e riflessivo oltre che di bell'aspetto mentre Gillespie è un omone che mastica chewingum anche quando dorme e non sa far altro che agire di impulso incarcerando i sospetti al primo straccio di indizio trovato, un po' come con Tibbs di primo achitto, poco alla volta però Gillespie si rende conto che Tibbs ha bisogno della sua protezione perchè Sparta è piena di giovani arrabbiati e violenti che cercheranno di fare la pelle al suo collega in più di una circostanza, ma anche dal vecchio Endicott che è uno dei maggiori sospettati per l'accaduto.
L'anziano proprietario terriero è un convinto razzista e tutta la scena della piantagione di cotone vale una descrizione minuziosa, in questo tratto del film Jewison e gli attori danno il meglio: da quando su un campo lungo l'auto della polizia attraversa la piantagione e si osservano i contadini al lavoro, Tibbs li scruta silenzioso per poi confrontarsi con Endicott sotto gli occhi di Gillespie, i due sembrano discutere di botanica tranquillamente ma Endicott non nasconde che le orchidee sono come i negri, hanno bisogno di attenzione, Tibbs non batte ciglio e trova l'indizio che cercava, in quel momento Endicott capisce il motivo della visita e sentendosi gli occhi addosso affronta Tibbs con un malrovescio prontamente restituito, Endicott conclude lo scambio sotto gli occhi uggiosi di Gillespie dicendo a Tibbs "Una volta saresti morto per questo".
In questa sequenza c'è tutto ciò che caratterizza al meglio questo classico sempre e comunque valido: il confronto fra le vecchie usanze e la nuova generazione, la piaga amara del razzismo che sfocia nella violenza, l'indagine dei protagonisti perchè "In the heat of the night" è soprattutto un poliziesco con una trama perfettamente costruita nella quale gli ingranaggi girano senza forzature fino a svelare il mistero.
Una cosa che non ho mai capito dei premi attribuiti a questo film è come abbiano fatto a nominare Rod Steiger come miglior attore protagonista nel ruolo di Gillespie quando il protagonista è chiaramente l'ispettore Tibbs interpretato da un misuratissimo Sidney Poitier, ottimo nello sprigionare la rabbia di un pesce gatto in un acquario di pesci cane pronti a ringhiargli addosso oltre ad essere morbido nei movimenti come nella bella sequenza con Lee Grant quando le rivela il tragico destino del marito.
Poitier non fu neanche candidato mentre Steiger vinse il premio: è indubbiamente bravo nel suo ruolo e Jewison lo ha tenuto al guinzaglio limitando il suo proverbiale istrionismo tendente a sovrastare lo spartito ma come detto non è per me il protagonista di questo film e rimane quindi un premio meritato più per l'attore che per il ruolo in se.
Menzione speciale per Scott Wilson nel ruolo di un sospettato che all'inizio non vede di buon occhio Tibbs ma poi lo aiuta nell'indagine, sempre molto bravo questo attore americano ancora attivo ad ottantacinque anni suonati.
Jewison alla regia è sempre ineccepibile con qualche bella trovata stilistica, vedi l'ispezione della macchina inquadrata in dettagli stretti, la luminosa sequenza della piantagione descritta in precedenza e quella risolutiva notturna giocata sulle luci puntate verso l'obiettivo per creare giochi d'ombra, purtroppo per lui mancò l'Oscar alla miglior regia andato a Mike Nichols per "Il Laureato", giustamente a mio avviso perchè la regia di Nichols è davvero fantasiosa e innovativa con l'uso di grand angoli e prospettive atipiche, credo anche che "Il Laureato" sia un film epocale un gradino sopra a "In the heat of the night" per cui potrei dire che è un premio Oscar un po' a gomiti larghi.
Tibbs e Gillespie amici nemici in convivenza forzata
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