Regia di Norman Jewison vedi scheda film
L'agente Gillespie e l'ispettore Tibbs sono come le due opposte facce della realtà: essi rappresentano non solo due etnie, ma anche due contrastanti ipotesi investigative e due diversi volti dell'America degli anni sessanta. Il confronto tra loro è un incrocio di sguardi ed un rimbalzo di emozioni, in una dialettica psicologica che funge da tirante alla tensione. I due personaggi sono ugualmente centrali, i loro punti di vista si alternano in maniera paritaria, come un'inquadratura ed il controcampo, e li rendono così gli autentici coprotagonisti della storia, portatori di un approccio, nel contempo, analitico e passionale al mistero del crimine. E' in questa interazione a distanza tra i due poli che, sotto l'obiettivo di Norman Jewinson, le situazioni manifestano la loro complessa anatomia: a complicarle non è l'ignoranza della verità, bensì il fatto che il percorso di un'indagine di polizia passa, anzitutto, attraverso i corpi e le anime degli individui coinvolti. L'inquirente non è mai solo con il giallo che deve risolvere: la ricerca della soluzione è come un vortice che attrae, dentro di sé, persone giuste e sbagliate, utili e dannose, senza alcuna logica se non quella della fantasiosa casualità del destino.
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