Regia di Woody Allen vedi scheda film
L’essenza del cinema di Woody Allen si percepisce chiaramente in quelle sue pellicole in cui ad essere protagonista è quell’essenza intima del regista e attore stesso. Scorrendo o nei casi migliori conoscendo la filmografia del regista, ci accorgiamo infatti che non esiste un periodo particolarmente proficuo di pellicole di qualità quanto piuttosto un’alternanza di buoni film a film mediocri.
Io e Annie rientra senz’altro in quell’insieme di film superbi del regista americano. Allen interpreta Alwy Singer un attore comico (guarda caso!) che ha successo, ma è portato alla depressione (guarda caso e due!). Un giorno incontra Annie Hall (il titolo del film porta il solo nome della donna) interpretata in modo a dir poco magnifico da una grandissima Diane Keaton, che riuscirà a scombinare l’equilibrio sentimentale, per quanto precario, in cui Alwy sembrava piombato dopo due matrimoni falliti.
La drammaticità tagliente con cui Allen decide di raccontare la storia d’amore tra i due protagonisti è in parte sconcertante, per quanto vera. Pur intervallando le riflessioni sull’essere e sui sentimenti con battute sarcastiche, il film mantiene sempre una linea narrativa ai limiti della disperazione che lo rende il film più autobiografico di Woody.
Un racconto intimo che dimostra la capacità del regista newyorkese di sapersi prendere in giro, estremizzando le sue paturnie e rendendole accessibili a tutti. Un modo di mettersi a nudo, attraverso l’utilizzo di un punto di vista che parte dal femminile ma ben presto si inoltra nei meccanismi dei un rapporto a due, con tutte le conseguenze possibili. Tra insoddisfazioni e amore vero, Allen e Keaton ci regalano una delle coppie più intende del cinema dei nostri tempi.
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