Regia di Woody Allen vedi scheda film
Manifesto della commedia americana degli anni '70, Io e Annie prelude alle riflessioni autobiografiche del regista ebreo-newyorkese di Interiors e Stardust Memories. Qui Woody è un comico della televisione impantanato in un'improbabile avventura sentimentale con una intellettuale dell'alta borghesia (Diane Keaton). Le due nevrosi, sommate, riusciranno a partorire al massimo una disinvolta amicizia.
Con un film nel quale più che la storia, sono le situazioni e la psicologia tormentata dei personaggi a contare, Allen conquistò con un solo colpo quattro Oscar (miglior film, regia, sceneggiatura, attrice protagonista) ed il successo ai botteghini, grazie ad una sceneggiatura spumeggiante inzeppata di battute molto divertenti dal retrogusto amaro, a trovate registiche anticonvenzionali - con improvvisi scarti temporali come quando i compagni di scuola di Woody raccontano cosa sono diventati da grandi - ad una parte girata in cartoon, ai sottotitoli in cui Woody e Diane esprimono ciò che pensano mentre stanno imbastendo un'inverosimile dissertazione sull'arte. A questo Allen aggiunge il cammeo del massmediologo Marshall McLuhan, nella parte di sé stesso (si richiamerà alla stessa trovata anni più tardi con Zelig) ed un montaggio stralunato che scardina i parametri logico-temporali del tessuto narrativo. Fortemente autobiografici i risvolti della storia tra Woody e Diane, che all'epoca si stavano separando.
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