Regia di Woody Allen vedi scheda film
Voto 10/10 "Annie Hall" fu il film-svolta di Allen, la sua prima commedia esplicitamente autobiografica, specchio della fine del suo rapporto con la musa Diane Keaton a cui, comunque, il regista offrì in questo film e nel successivo Manhattan due ruoli memorabili. Il racconto di una complicata relazione fra il comico new-yorkese Alvy Singer e la giovane ed esuberante Annie Hall, che avrà successo come cantante a Los Angeles, procede con una libertà di tono che colpisce lo spettatore ed è aumentata dalle scene in cui lo stesso Allen si rivolge direttamente al pubblico parlando e guardando verso la macchina da presa. Il film salta agevolmente da un'epoca all'altra attraverso diversi momenti della relazione fra i due protagonisti, passando da riflessioni sulla morte alla consueta dichiarazione d'amore per New York, ad altre sequenze in cui Allen ironizza sul sesso, sulla psicanalisi e sulla boria di certi presunti intellettuali (divertente la scena della coda al cinema in cui Allen non sopporta le chiacchiere sul cinema di Fellini di un uomo particolarmente saccente). Rispetto ai primi film comici è un'opera molto più evoluta nello stile, che tocca per la prima volta una sorta di perfezione formale che ritroveremo solo due anni dopo nel capolavoro "gemello" Manhattan: qualche gag lascia il tempo che trova (ad esempio quelle sulla famiglia ebraica del protagonista, troppo caricaturale), ma nel complesso è un'opera di sorprendente maturità che colpisce anche per un retrogusto amaro e disincantato che emerge a tratti. Curiosità: nel doppiaggio sono state cambiate diverse battute forse ritenute intraducibili, così come il soprannome dato da Tony Roberts a Woody Allen nell'originale è "Max" e non "Alvino". Ho visto il film in originale e credo che, comunque, Oreste Lionello abbia fatto un buon lavoro nel doppiare Allen, anche se l'effetto, naturalmente, non può mai essere lo stesso.
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