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The Program

Regia di David S. Ward vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su The Program

di Andreotti_Ciro
5 stelle

La vita di una “normale” istituzione universitaria americana viene presentata attraverso gli occhi e le gesta della locale squadra di football, con tutti gli stereotipi del caso che toccano ogni suo componente. Iniziando dalla star dal 'braccio fatato', che dispensa frasi a effetto per i compagni di squadra, e giù fino all’ultimo membro della formazione e dello staff tecnico. Fino ad arrivare alla matricola appena arrivata da Philadelphia.


Un’istituzione che però di accademico sembra non avere molto, ma che è invece decisamente imbevuta di sano machismo e party alla moda e dotata di un programma sportivo di alto profilo che vede gli atleti come professionisti non pagati e letteralmente sospinti verso il superamento degli esami. Il tutto a discapito della ferrea disciplina che vige all’interno del mondo del college.

 

Il film firmato da David S. Ward, noto per aver esordito come sceneggiatore de La Stangata (The Sting; 1973), non riesce però ad aggiungere nulla di nuovo alle aspre critiche alle quali sono da sempre sottoposti i college americani. Basti pensare che nel medesimo periodo, ci riferiamo ai primi anni '90, già Blue Chips - Basta vincere (Blue Chips; 1994), diretto da William Friedkin, toccò il reclutamento irregolare di studenti sullo sfondo del mondo del college basket.

 

Film che va sostanzialmente ricordato non per le interpretazioni del cast. Anche se s’intravede un eccellente James Caan nel ruolo di coach Winters, e una giovane Halle Berry in quello di una studentessa modello. Ma per una censura che si presentò molto agguerrita a causa di una scena in cui la stella della squadra Joe Kane, interpretata da Craig Sheffer, in seguito rivisto in ruoli minori e prevalentemente in serie TV, decideva di sdraiarsi sulla riga di mezzo di una super strada facendosi lambire dalle auto. Il pericolo di emulazione spinse la produzione a tagliare la scena per la distribuzione negli States mentre in Italia il film venne semplicemente vietato a un pubblico under 14.

A eccezione di questa particolarità, e se desiderate vedere pellicole incentrate sul mondo dello sport universitario, la pellicola di Ward non aggiunge molto a quello che già si è visto in altri contesti e anzi a fronte di reclutamenti irregolari, comportamenti privilegiati per favorire gli studenti - atleti, ma sarebbe più corretto invertire i due termini, e comportamenti da Gioventù Bruciata, il finale della pellicola diventa decisamente fin troppo conciliante e assolutorio lasciando a chi guarda un retrogusto decisamente amaro da "salviamo le apparenze".

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