Regia di Andrej Konchalovskij vedi scheda film
Manny (uno Jon Voight in forma smagliante) e Buck (Eric Roberts, fratello di Julia) riescono a fuggire dal carcere di massima sicurezza dell'Alaska. Arrivati caparbiamente alla stazione ferroviaria dopo avere attraversato fogne e tundra, i due prendono il treno sbagliato. Il macchinista infatti è morto e il convoglio si dirige a tutta velocità verso una tragica fine. A complicare le cose c'è l'accanimento del direttore del penitenziario (John P.Ryan), disposto a tutto pur di ingaggiare una sfida personale con Manny. Ma questo, che salverà la vita a Buck e alla ragazza (Rebecca DeMornay) che accidentalmente si trovava sullo stesso treno, deciderà per entrambi.
Nel suo film di gran lunga migliore, basato su una sceneggiatura di Akira Kurosawa e sceneggiato da Djordje Milicevic, Paul Zindel e Edward Bunker, Konchalovsky vira in chiave avventurosa un apologo sulla bestialità umana e la fallibilità della tecnologia, mettendo insieme Shakespeare e Hobbes. Ne esce un'opera tesa, esasperata, con qualche debito verso Il colpo della metropolitana di Joseph Sargent, fotografata splendidamente da Alan Hume, perfettamente in grado di capovolgere la raffigurazione del bene e del male.
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