Regia di Marcel Carné vedi scheda film
Si dice che i vecchi soffrano di nostalgia. Confermo. Possiedo un piccolo quaderno, dove sin da bambino segnavo con meticolosità tutti i film che riuscivo a vedere: regista, attori, teatri di posa, ambientazioni esotiche, quelle vere, colore e b/n, e via dicendo.
Essendo nato nel '41, tanti film li ho visti dopo molti anni, nei cineclub che timidamente aprivano nella mia città, mentre per quelli meno osè potevo contare su piccole sale gestite da sacerdoti, a prezzi veramente popolari.
"Le quai des brumes" lo vidi in un cineclub, la pellicola era piuttosto graffiata e il sonoro faceva pena, ma allora ci si accontentava.
Ero un grande estimatore di Marcel Carnè, mentre Jean Gabin non mi convinceva del tutto.
Intimamente, mentre guardavo il film, speravo che morisse. Fui accontentato. Non conoscevo la trama, quindi ero pronto a qualsiasi finale, e alla fine fui soddisfatto del film in generale.
Jean Gabin impersonava Jean, un disertore che cercava di espatriare clandestinamente. Per sua disgrazia, era entrato in un bar, il "Panama", nel porto di Le Havre, dove aveva conosciuto una bellissima ragazza, Nelly (Michèl Morgan), poco più che adolescente, che aveva un tutore, Zabel (Michel Simon). Costui era un individuo bieco e violento, e per di più Nelly sospettava che lui avesse ucciso il suo fidanzato Maurice.
Jean, accecato dall'amore improvviso per Nelly, uccide Zabel. Cerca quindi di imbarcarsi su una nave diretta in Venezuela, ma a sua volta viene ucciso da Lucien, un gangster che Jean aveva ripetutamente umiliato in pubblico.
La vicenda non è di quelle che ti attanagliano e ti intrigano totalmente, ma l'impronta del grande Marcel Carnè resiste nel tempo, come è stato per "Le jour se leve" (Alba tragica, 1939) e "Les enfants du Paradis" (Amanti perduti, 1943) e tanti altri.
Inoltre, la sceneggiatura è stata curata dal grande Jaques Prèvert, con la musica di Maurice Jaubert.
Più che una recensione, questa modesta nota vuole essere un omaggio a quello che era il Cinema di quegli anni, molto vicini allo scoppio della seconda guerra mondiale, che ogni tanto credo sia bene ricordare: era un cinema di pionieri, di gente coraggiosa che ci ha insegnato tanto, e che evidentemente ha lasciato un solco profondo nella storia del Cinema mondiale.
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ci sarebbe da fare una riflessione profonda sul valore di quegli anni '30 che culturalmente tentarono di avviare nuovi percorsi e diversi rispetto alla consuetudine con le varie avanguardie (dal Futurismo al Dadaismo al Surrealismo) che affrontarono sia le vecchie arti (teatro e letteratura) ma segnarono anche le nuove, come il cinema; i film di Marcel Carné andrebbero riscoperti e hai fatto bene a ricordare questo capolavoro! grazie
Grazie a te, siamo in perfetta sintonia. A presto!
Anch'io, da quando ho l'età della ragione, prendo nota dei film che vedo; però sono passato dal cartaceo all'elettronico già parecchi anni fa.
Anche io ho molto sul p.c. ma il mio quadernetto è una miniera di dati e soprattutto di ricordi. Grazie per l'attenzione, a presto. Antonio.
ho amato tantissimo Gabin e mi fece quasi piangere dalla commozione con ALBA TRAGICA,ma questo che hai recensito benissimo non e' da meno....grazie.
"Alba tragica" commosse anche me... Certo è che Gabin a prima vista non sprizzava simpatia, ma poi faceva breccia con la sua indiscutibile bravura. Grazie a te, a presto. Antonio.
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