Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Come la pioggia sporca su Hiroshima e Nagasaki (all’indomani dello sgancio delle 2 bombe atomiche), in Giappone, a distanza di 40 anni, piomba nuovamente dal cielo qualcosa di venefico e di indesiderato. L’agente Nick Conklin, dal modo di fare, infatti (a dispetto dell’appellativo con cui viene identificato dal collega giapponese: “Nick san” che, ad orecchio, suona come una famosa marca di detergenti), per niente lindo (tanto da essere sotto procedimento disciplinare persino nell’allora marcia Grande Mela, in pieno repulisti giulianiano).
Ora, anche prescindendo dalla solita bieca esportazione dei valori targati USA (per cui solo l’arrogante efficienza del rude uomo di legge americano può rimediare all’inconcludente formalismo nipponico) - solo a sprazzi ostacolata da un trasversale (perché unisce yakuza e polizia) revival d’orgoglio autoctono - non aiutano neanche la scelta sbagliata delle voci italiane dei 2 protagonisti (per M.Douglas sarebbe andata di gran lunga meglio la voce di O.Rizzini o di G.Giannini, peraltro su di lui già sperimentate con successo), il ritmo blando della parte centrale (complice un’eccessiva durata) e la debole caratterizzazione del comprimario A.Garcìa.
Risultato: il film si lascia guardare, ma la sufficienza la strappa solo perché si riscatta nel finale (coerente con la morale del protagonista).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta