Regia di Robert Young (I) vedi scheda film
Un impiegato, Tom, scopre di essere stato adottato; la sua vera madre è in realtà la moglie del capo della megaditta in cui lavora, una duchessa. Nel frattempo il capo muore e l’eredità va a Henry, amico di Tom, che si crede duca ma è in realtà stato a sua volta adottato.
Difficile dire bene, ma anche difficile dire malissimo, di questa commedia un po' scialba che si basa sul classico scambio di neonati alla culla (da cui provengono equivoci a bizzeffe non appena i due bambini, cresciuti, si incontrano). Nel 1993 Eric Idle – ex Monty Python’s – torna alla ribalta con questo copione zeppo di trovate e di battute di buon livello; all’alba dei suoi primi cinquant’anni, però, il Nostro commette l’errore di assumersi il ruolo di protagonista del film. Tale personaggio ha infatti fra i 25 e i 30 anni (nato negli anni Sessanta, siamo nei primi Novanta) e la differenza di età non solo si vede benissimo, ma disturba proprio, considerando che nella pellicola sua madre (Barbara Hershey) ha cinque anni meno di lui all’anagrafe e il coetaneo Rick Moranis è nato in effetti dieci anni tondi dopo Idle. Si nota fin troppo bene tale incongruenza e inevitabilmente il lavoro ne risente, per quanto la cifra comica-grottesca non richieda una particolare solidità logica; non ci troviamo però nei territori surreali del Flying Circus e la credibilità minima che si richiede alla trama finisce presto spazzata via. L’altro elemento discutibile dell’opera è la narrazione ondivaga che si dimentica di personaggi e situazioni (il lavoro di Tom, centrale nella prima parte della storia, scompare improvvisamente e non ritorna più; anche la famiglia indiana compie lo stesso tipo di percorso) mirando in maniera spesso fin troppo esplicita alla gag, che diviene così fine a sé stessa e un po’ annoia. Peccato perché in partenza le idee non mancavano e alcune erano azzeccate, per non parlare delle presenze, fra i personaggi principali, di una giovane Catherine Zeta-Jones e di un John Cleese come sempre sopra le righe; da apprezzare anche la mano esperta del regista Robert Young, dalla lunga esperienza in prodotti televisivi (ma non solo), e il lavoro per la colonna sonora effettuato da Michael Kamen (La zona morta, Arma letale). 4/10.
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