Bruno gira in lungo e in largo la Germania a bordo di un camion: il suo lavoro è quello di tecnico riparatore di proiettori cinematografici. La sua attività si svolge prevalentemente in provincia. Robert invece si occupa dei disturbi nel linguaggio dei bambini, ha un amore genovese andato a male e una voglia matta di lanciarsi con la sua Volkswagen in un fiume. È così che si conoscono (Bruno assiste al tentativo di Robert) e decidono di fare almeno un pezzo di strada insieme. È probabilmente il miglior film di Wenders: struggente, serio, divertente, quasi riservato e schivo. Lisa Kreuzer con la candela mangiafumo che ha la forma della testa di Hitler è più di un'immagine-emblema.
E' una delle punte di diamante della cinematografia di Wenders. Dedicato a Fritz Lang e alla fine del cinema dei padri, è stato girato senza una vera e propria sceneggiatura. I paesaggi desolati e ampi esaltati dalla tonalità dei grigi, ben raccontano e rappresentano l'impossibilità dei rapporti esterni di cui soffrono i due notevoli protagonisti.
Splendido e ancora travolgente nella sua illuminante "cinematograficità". I personaggi rimangono con te dopo ogni visione, e spesso si avverte la necessità di andare di nuovo a trovarli e di rivederli, nelle loro situazioni, nel loro viaggio (girato, anzi "creato", senza sceneggiatura). Specifico Filmico: 9
insieme a "Alice nelle città" è uno di quei film che quando li vedi, specie se li vedi al cinema nel momento in cui sono usciti, non ti abbandonano più. il più bel film on the road di sempre.
Ideale chiusura di una “trilogia della strada” iniziata con Alice nelle città (1974) e proseguita con Falso movimento (1975), Nel corso del tempo è, al pari dei due precedenti capitoli, un intenso ed emozionante road-movie dell’anima, e al contempo un’esperienza visiva unica (fotografia di Robbie Müller e Martin Schäfer): non c’è… leggi tutto
Nonostante la sfiduciata frase con cui il film si conclude ("E' meglio che non esista più alcun cinema, se il cinema è come quello attuale"), Nel corso del tempo è anche e soprattutto un atto d'amore nei confronti del cinema, dalla parte dello spettatore e da quella del cinefilo tecnico, appassionato di bobine, proiettori e pellicole. E' una cavalcata on the road attraverso… leggi tutto
Lungo e noioso fuor di maniera. Francamente non arrivo a capire gli entusiasmi suscitati da questo film. Mi spiace, sarò la solita stecca nel coro, come a volte diceva Montanelli, ma è così. Bella la fotografia, ma nulla più. Se sono un ignorante, allora viva l'ignoranza. leggi tutto
Verso la metà degli anni '70, molti registi anche di altissimo livello -gente come Bunuel, Pasolini, Wenders ecc.-, forse alla ricerca della soglia oltre cui la trasgressione non può essere spinta -erano…
Come per il precedente Alice nelle città (qui la mia lusinghiera recensione //www.filmtv.it/film/9960/alice-nelle-citta/recensioni/919635/#rfr:none) sono necessari pochi fotogrammi per inquadrare immediatamente quest'altro capo d'opera del reiteratamente virtuoso Wim Wenders. Ci accoglie, pronti via, il rincretinito brutto muso dell'attore Rudiger Vogler, raro concentrato…
Avvertenza: non ho la pretesa né la presunzione che questa possa essere una lista di sconsigli, perché ognuno ha le proprie idee e i propri gusti riguardo al cinema. Si tratta al contrario di una…
L'estate scorsa, a fine agosto, mi sono trovato a passare da Ginevra, dormendo una notte a casa di un amico regista che mi ha accolto a braccia aperte ma mi ha anche avvisato: "domattina però preparati…
Una macchina bianca procede lentamente in un viale alberato in leggera salita. Pur non essendo pienamente invernale la campagna circostante ha qualcosa di vagamente minaccioso, perlomeno ostile, saranno quegli alberi…
"Preferisco pensare che Dio non sia morto, ma solo ubriaco." ~ John Huston
Accorrono cineasti da ogni angolo del pianeta solo per consigliarci film. Un messicano, un inglese, un tedesco, un…
Lungo e noioso fuor di maniera. Francamente non arrivo a capire gli entusiasmi suscitati da questo film. Mi spiace, sarò la solita stecca nel coro, come a volte diceva Montanelli, ma è così. Bella la fotografia, ma nulla più. Se sono un ignorante, allora viva l'ignoranza.
Ideale chiusura di una “trilogia della strada” iniziata con Alice nelle città (1974) e proseguita con Falso movimento (1975), Nel corso del tempo è, al pari dei due precedenti capitoli, un intenso ed emozionante road-movie dell’anima, e al contempo un’esperienza visiva unica (fotografia di Robbie Müller e Martin Schäfer): non c’è…
RICOMINCIO DA 0
Viaggio lungo il confine tra le due Germanie alla ricerca di spazi inediti per un cinema che vuole reinventarsi. È il mito della frontiera americana, il luogo dove tutto è ancora possibile, trasferito in uno scenario naturale e suburbano di una bruttezza senza appello. I due protagonisti vagano a caso nel tentativo di affrancarsi da una realtà culturale e…
Bruno, il "re della strada", l''indipendente vagabondo senza vincoli o fissa dimora, vive solitario nel suo camion in cui ha installato un juke-box.
Gira continuamente per i paesi e le piccole cittadine della provincia tedesca ubicate ai confini fra le due Germanie (siamo negli '70 e la caduta del muro con la conseguente riunificazione,è ancora una lontana utopia), dove ripara e…
Nonostante la sfiduciata frase con cui il film si conclude ("E' meglio che non esista più alcun cinema, se il cinema è come quello attuale"), Nel corso del tempo è anche e soprattutto un atto d'amore nei confronti del cinema, dalla parte dello spettatore e da quella del cinefilo tecnico, appassionato di bobine, proiettori e pellicole. E' una cavalcata on the road attraverso…
Il film è una riflessione su una generazione allo sbando e disperata, che ha rinnegato i padri e che, nel tentativo di allontanarsi da essi, cerca disperatamente di trovare una propria identità, una propria ragion d'essere. Ecco quindi che la dimensione "on the road" diventa l'emblema perfetto di una tale condizione esistenziale, una dimensione in cui la vita e il…
Di cult movies ne ho molti (http://www.casaizzo.com/scrivere/nonfiction/cult-movies/). Vedrò di estrarne 7 per voi. Mantenendomi sul classico, per non sbagliare.
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Commenti (7) vedi tutti
Coacervo di nullità filosofiche che può far sdilinquire giusto certi topi di cineteca.
leggi la recensione completa di giansnow89E' una delle punte di diamante della cinematografia di Wenders. Dedicato a Fritz Lang e alla fine del cinema dei padri, è stato girato senza una vera e propria sceneggiatura. I paesaggi desolati e ampi esaltati dalla tonalità dei grigi, ben raccontano e rappresentano l'impossibilità dei rapporti esterni di cui soffrono i due notevoli protagonisti.
commento di (spopola) 1726792Splendido e ancora travolgente nella sua illuminante "cinematograficità". I personaggi rimangono con te dopo ogni visione, e spesso si avverte la necessità di andare di nuovo a trovarli e di rivederli, nelle loro situazioni, nel loro viaggio (girato, anzi "creato", senza sceneggiatura). Specifico Filmico: 9
commento di monsieur opalinsieme a "Alice nelle città" è uno di quei film che quando li vedi, specie se li vedi al cinema nel momento in cui sono usciti, non ti abbandonano più. il più bel film on the road di sempre.
commento di giovenostaqui sotto un lampante esempio di cazzaro
commento di il babauIl film più emozionante di Wenders… e quelle slapstick… Ho riso tantissimo come un bambino.
commento di superotto7.5
commento di nico80