Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Nel momento in cui in sala divide il pubblico Ferrari, ovvero l'ultima fatica cinematografica del gran regista Michael Mann, può risultare opportuno, o quantomeno interessante, recuperare un film molto dimenticato del non meno celebrato regista Sydney Pollack.
Non in biopic, ma pur sempre un film incentrato sul mondo delle corse d'auto e su un personaggio orgoglioso ed intransigente, questa volta portato sullo schermo dalla verve attoriale nervosa e accurata di Al Pacino.
La vicenda si concentra sul pilota americano Bobby Deerfield, campione di Formula 1. Un uomo del tutto concentrato sullo sport che lo ha reso famoso e ricco, e che per questo vive solo con il pensiero fisso incentrato sulla propria carriera in costante ascesa.
Quando, durante un Gran Premio un suo compagno di scuderia muore in uno scontro con un collega, Bobby si intestardisce a volerne sapere di più sull'incidente, poiché teme che la propria vita sia a repentaglio continuando a gareggiare con la medesima vettura del suo ex compagno.
Nella sua indagine personale e privata, ostacolata da diverse vicissitudini tutt'altro che casuali, Bobby si reca in una clinica svizzera, per interrogare il pilota sopravvissuto.
È qui che conosce una affascinante e estroversa ragazza fiorentina di nome Liliana Morelli, che lo prega di accompagnarla in Italia con la sua macchina.
Da quell'incontro, nonostante il pilota abbia contemporaneamente una storia sentimentale in corso, nasce un amore che solo la morte di Liliana, affetta da un male incurabile, potrà stroncare.
Da quella intensa e drammatica esperienza, che allontana in parte il pilota dalle ossessioni che lo muovono riguardo al suo futuro, Bobby maturerà al punto da ritrovarsi un uomo più maturo e forse meno egoista.
Pollack, regista versatile, che tuttavia, si è spesso dimostrato a suo agio ad affrontare storie di cuore e sentimento dagli esiti tribolati (l'acclamato "La mia Africa" non può che risultarne ideale testimonianza), traspone stavolta il romanzo Erich Maria Remarque intitolato "Il cielo non ha preferenze", e dà lustro e corpo ad un feuilleton melodrammatico dalla efficace ambientazione su pista e dintorni, forte di due star di calibro come il divo Al Pacino e la splendida Marthe Keller, perfetta a rendere i modi spicci e bizzarri della tenace e coraggiosa toscana Liliana Morelli, co-protagonista della vicenda.
Il film, un drammone alla Love story ravvivato dal carattere focoso ed intransigente dei due protagonisti, non riesce a ergersi certo tra i film cardine della gloriosa carriera di Pollack, ma si rivela un meló ben diretto e concepito, in buona parte ambientato in un Bel Paese inevitabilmente piuttosto da cartolina, ma non così fuori luogo come è successo in molte altre occasioni di film made in Usa ad italica ambientazione.
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