Regia di David Lynch vedi scheda film
Il Nano di Twin Peaks si compiace delle interferenze, più banalmente dette "buchi/corto circuiti fra verità e finzione, tra realtà e sogno". Quegli stacchi improvvisi che coincidono con lampi blu e fastidiosi rumori come di televisione senza antenna, simili a quelli che in Lost Highways costellavano la vita di Bill Pullman, costretto a fare avanti e indietro tra ciò che voleva e ciò che c'era davvero nella sua vita.
Dietrologia.
Lynch fa un trattato sulla metafora. Lo dice apertamente in apertura al film Fire, Walk With Me, quella donna che esce dall'hangar e gesticola e fa smorfie in maniera strana. Una donna pazza che per ogni suo gesto cela qualcosa. Un vestito strappato: droga; la mano in tasca: qualcosa ci viene nascosto; la rosa blu? Cos'è quella rosa blu? Lynch ci incastra tra i due registri della metafora, la realtà e il costrutto a posteriori, quello che incarna in sé il riferimento, un significante. Alla ricerca del significato, parte un flashback. E che la ricerca risulti fallimentare, è cosa che ha infastidito molti fan di Twin Peaks, e che invece riconferma la profonda drammaticità della bizzarria lynchiana.
E' innegabile che Fire, Walk With Me viva di un certo carattere superfluo, perché aspira a rivelare cosa c'era sotto l'epopea psicothriller della celeberrima serie tv, senza però aggiungere niente, né alla storia, né alla filmografia di Lynch. Ma un artista come il regista statunitense, che vive di forma e strapazza i contenuti in maniera irrispettosa e perversa (tanto da affascinarci), può sopravvivere anche in un film in cui a trionfare è l'eleganza stilistica, ancor più che il contenuto. D'altronde, Lynch fa vero Cinema e vere immagini, si può dunque permettere questo prequel/spin-off, che è - il caso di dirlo - quasi un trattato di cinema lynchiano, in quanto esplicita i suoi stilemi costruendosi in una maniera tutt'altro che scontata. C'è quasi uno - stranamente normale - ordine cronologico, in Fire, Walk With Me, un ordine che però non vive dei tempi normali, di quelli di facciate delle case borghesi e di campagna del paesino di Twin Peaks. Il tempo, che pure scorre e che noi qui vediamo, è il tempo delle allucinazioni di Laura Palmer, affogata in un mondo in cui il domani non esiste, e in cui non vuole che nessun'altro finisca. Né l'amica Donna, che pure tenta di capirla; né il fidanzato Bobby, né l'amante James, nessuno a cui lei voglia davvero bene, senza rendersi conto che vivere del lato più oscuro e misterioso dell'essere umano (custodendo dunque segreti a chi le è vicino) è un atto che genera solo distruzione. Infatti Laura Palmer (incantevole nel fisico e stravolta nello sguardo Sheryl Lee) è una bomba atomica, e noi siamo accecati dal fumo del fungo. Lì dentro spaziamo fra incubi e personaggi folli, corpi stanchi di vivere ed eventualmente invasati dal Male e dall'Oscurità, il fantasma Bob che violenta e capovolge l'animo potenzialmente buono di Laura. La spinta maleodorante di questo fantasma pervertito costringe Laura alla droga, alla promiscuità, alla vicinanza con uno strano mondo mentale in cui un Nano rosso si presenta come the arm e giochicchia con le nostre coscienze.
La vita di Laura è corrosa dal fuoco, dall'ondata lisergica di un corpo in costante tensione verso il piacere e l'autodissoluzione. Non c'è alcun tipo di speranza per lei, ma neanche per il mondo degli esseri umani, tutti vittima di una dietrologia dannata, di una presenza che va sempre oltre la normale apparenza, e che è follia allo stato puro. Come se fossimo tutti generati dalla follia, e ne dipendessimo in maniera fondamentale, così come Fire, Walk With Me dipende necessariamente da Twin Peaks, e ne costituisce una summa ingiustamente stroncata dalla critica internazionale. Dunque una nuova nuotata nel mondo di Lynch, e nelle sue ossessioni, talmente vicine - paradossalmente - alla realtà, da lasciare basiti.
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